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Verstappen, Masi spiega la sanzione: “I commenti non erano venuti alla luce”

Max Verstappen a Monza

Non è stato solo Lewis Hamilton, bravo a ottenere la sua ennesima vittoria stagionale, a rendersi protagonista in Messico. Nel bene e nel male, infatti, impossibile non mettere in evidenza anche quanto fatto da Max Verstappen, penalizzato in griglia per non avere rallentato dopo l’incidente di Valtteri Bottas. Nonostante la sanzione, il pilota Red Bull ha lottato a lungo in gara con il campione del mondo e, anche se una foratura ha rischiato di portarlo addirittura all’ultimo posto, il pilota non si è però arreso ed è riuscito a effettuare una grande rimonta fino al sesto posto. Anche se erano state giudicate “discutibili” da diversi osservatori alcune sue dichiarazioni successive alle qualificazioni, è emerso che non sono state decisive per la sanzione subita.

La sanzione di Verstappen in Messico

Il rispetto degli avversari è un aspetto a cui i commissari FIA tengono in modo particolare ed è questa la motivazione principale che ha portato alla sanzione subita in Messico da Max Verstappen. L’olandese non è apparso però particolarmente pentito, al punto tale da arrivare ad ammettere, senza grossi giri di parole, di non avere frenato pur avendo visto la monoposto guidata da Bottas al muro. Una penalizzazione sembrava nell’aria, ma il pilota era convinto che avrebbe mantenuto la pole position guadagnata.

A spiegare meglio la decisione presa ai danni dell’olandese è il direttore di gara Michael Masi: “Tutte le bandiere tradizionali, la gialla, la doppia gialla, la verde, la bianca e la rossa e gialla sono gestite dalla postazione dei commissari – sono le sue parole riportate da Motorsport.com -. Ognuna di esse ha un pannello sul quale si può attivare il segnale premendo un pulsante. Sono tornato in ufficio ed ho iniziato ad analizzare i dati che avevamo a disposizione, controllando le tre vetture che erano passate dopo l’incidente di Bottas, ovvero quella di Hamilton, quella di Vettel e quella di Verstappen. Per Hamilton è stato semplice, perché non c’era ancora la bandiera gialla. Per quanto i commissari abbiano fatto un lavoro incredibile, mostrandola molto velocemente, non c’era ancora quando è passato Lewis. Anche con Sebastian era evidente che avesse alzato il piede“.

Le dichiarazioni di Verstappen non hanno pesato nella penalizzazione

La decisione finale dei commissari è stata presa in piena consapevolezza, senza trascurare alcun dettaglio di quanto accaduto in pista: “Abbiamo guardato le immagini, i mini settori, i dati per ricostruire l’intero puzzle. Non ci siamo fermati solo ad un’informazione parziale. Potete pensare quello che volete, ma quello che lui ha detto in conferenza è stato irrilevante, perché noi avevamo già iniziato a lavorare“.

Anche in questa occasione Verstappen non ha avuto alcun timore nell’ammettere di non avere frenato alla vista di Bottas. La sanzione è però arrivata senza prendere in considerazione le parole del pilota: “Quando l’ho comunicato ai commissari, dicendo che la vicenda andava indagata, i suoi commenti non erano ancora venuti alla luce“, ha concluso Masi.

Foto in alto: Twitter F1