Verstappen vince il GP del Giappone e si conferma campione del mondo, con due titoli iridati. Nonostante la tappa a Suzuka sia durata 29 giri soltanto a causa della pioggia, eventi succosi hanno scandito il tempo in questa gara F1. In primis la delusione di Leclerc, che dal secondo finisce al terzo posto per una penalità. Senza contare gli attimi di paura di Carlos Sainz, la cui vettura si è schiantata fuori pista.
Verstappen vince il GP del Giappone, Leclerc viene penalizzato
Il GP del Giappone ha riservato moltissime sorprese, nonostante sia durato meno a causa del mal tempo. Verstappen ha tagliato per primo il traguardo, davanti a Perez e Leclerc, con una performance ottima.
Più amara, invece, è stata la gara per l’alfiere Ferrari che si è visto attribuita una penalità di 5 secondi dopo aver tagliato il traguardo. Charles Leclerc ha guadagnato vantaggio uscendo di pista nell’ultimo giro, dunque è finito dal secondo al terzo posto. In un’intervista riportata da Gazzetta, il pilota del team di Maranello non ha fatto mistero della propria responsabilità in merito: “Ho fatto un errore e ho cercato di minimizzarlo, ovviamente cercando di andare dritto non sapevo che questo fosse l’ultimo giro, ma una penalità di cinque secondi penso sia stata corretta“.
Carlos Sainz e l’incidente in pista: attimi di paura per lo spagnolo
Il GP disputato a Suzuka non è stato semplice neanche per Carlos Sainz, rimasto coinvolto in un incidente. La monoposto del pilota Ferrari ha perso subito aderenza con il terreno bagnato, si è girata ed è andata a schiantarsi a grande velocità sui cartelloni pubblicitari. In un’intervista riportata da FanPage, Sainz ha dichiarato: “Sono cose che capitano in queste condizioni, la verità è che non vedevo niente. Sono andato in acquaplaning e testacoda“.
Considerando la scarsa visibilità in pista quel giorno e la velocità con cui le altre vetture schizzavano in gara, Sainz ha corso un grave pericolo. Il 26enne del team cavallino spiega: “Ci sono vari problemi in queste condizioni. La visibilità è pari a zero, e se non vedi, guidare diventa una questione di fortuna. Guidi più o meno senza riferimenti. In queste condizioni non si vede, mi preoccupano gli incidenti, come in passato“. Poi conclude: “Ero fermo a metà pista e sapevo che non mi vedevano. Ero nelle mani di Dio“.
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