Vettel, e se i commissari avessero ragione?

Vettel, e se i commissari avessero ragione?

All’indomani del Gran Premio del Canada l’esito della gara continua a fare discutere. E non potrebbe essere altrimenti: la vittoria per Sebastian Vettel era ormai in pugno, ma una penalizzazione decisa dai commissari per una manovra ai danni di Lewis Hamilton ha sancito l’ennesimo trionfo del britannico. In casa Ferrari l’amarezza è quindi tanta, anche se non ci si vuole arrendere e c’è l’intenzione di fare ricorso contro una decisione ritenuta davvero ingiusta.

Pur non essendoci stata una spiegazione chiara sulla scelta dei commissari, si può provare a capire cosa abbia spinto a prendere una posizione che anche dagli addetti ai lavori appare ancora incomprensibile.

Una mossa ritenuta pericolosa

La stagione era iniziata decisamente in salita per Sebastian Vettel, costretto ad assistere ai puntuali trionfi della Mercedes e a constatare in prima persona di non poter essere competitivo come avrebbe voluto. Il secondo posto ottenuto a Montecarlo lasciava però ben sperare ed era stato poi confermato dalla pole position in Canada. La vittoria a Montreal sembrava davvero a un passo, ma la decisione dei commissari ha impedito che questo si concretizzasse: una manovra compiuta ai danni di Lewis Hamilton è stata infatti sanzionata e così ancora una volta a salire sul gradino più alto del podio è stato il campione del mondo.

A provare a spiegare cosa avrebbe spinto a sanzionare il tedesco è Jon Noble di Autosport, che prende spunto da alcune indiscrezioni circolate nel paddock al termine della corsa.

ll ferrarista avrebbe agito con una mossa piuttosto insicura, fino al punto di spingere fuori pista il collega della Mercedes. Già nei messaggi inviati via radio la penalità era apparsa difficile da concepire per il numero cinque, costretto a dover gestire la totale mancanza di grip sugli pneumatici. Un aspetto tutt’altro che di secondo piano, ma cruciale per avere il totale controllo della vettura.

Movimenti “sospetti” del volante

Prima di arrivare a propendere per la penalizzazione i commissari avrebbero valutato con scrupolo ogni fotogramma. In modo particolare, l’attenzione maggiore sarebbe stata rivolta ai movimenti fatti da Vettel non appena è riuscito a tornare in pista.

A finire sotto la lente di ingrandimento sarebbe stato soprattutto il momento in cui ha raddrizzato il volante prima di avere conquistato la traiettoria corretta. Questo avrebbe reso il tedesco ancora più vicino a Hamilton fino alla chiusura tanto discussa.

Al collegio che ha preso la decisione definitiva non sarebbe piaciuto proprio il movimento dello sterzo della SF90, che è stato raddrizzato invece di andare ulteriormente a sinistra per lasciar spazio al rivale. E non è finita qui: la teoria sarebbe confermata anche dalla fase in cui il ferrarista si è spostato per controllare la posizione di Hamilton alle sue spalle. Il campione del mondo avrebbe avvertito il pericolo fino a premere sul freno per evitare l’impatto.