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Il Mit ascolta le autoscuole, spostato a gennaio il nuovo esame per le moto

Il Ministero concede un po’ di tempo in più per “digerire” il cambiamento dell’esame pratico della patente A. Era il 2013 quando l’Unione europea emanò una direttiva per cambiare l’esame relativo alla patente dei motocicli (A1, A2 e A), ma fu presentata sulla Gazzetta Ufficiale solo il 12 ottobre 2018. Il 27 ottobre sarebbe stata la data dell’entrata in vigore ufficiale del decreto, prima che le autoscuole del paese ne richiedessero una proroga di qualche mese per adattare le strutture alle nuove tipologie d’esame.

Esame patente A, tempo fino al 2 gennaio

Le richieste della Confarca (la Confederazione Italiana che rappresenta le scuole guida) sono state accolte negli scorsi giorni dal governo, ottenendo una proroga però solo fino al 2 gennaio 2019. Come anticipato precedentemente, la richiesta è legata al dover adattare le vecchie piste di prova alla nuova legge, la quale comprende l’evitare vari ostacoli alla velocità di  50 km/h. La Confarca ha poi voluto specificare in un comunicato che non ci saranno ritardi nell’eseguire gli esami prenotati: “La nuova metodologia d’esame partirà il 2 gennaio 2019 esaudendo quanto auspicato nell’interesse della categoria e dei candidati che presumibilmente non subiranno ritardi nell’effettuazione degli esami. Nella nota inviata la confederazione spiega anche che la nuova legge, oltre alla prova ad alta velocità, prevederà l’utilizzo obbligatorio del paraschiena di tipo CB (Central Back Protector).

Esame patente moto (Credits:Motociclismo)

Una legge più comoda per tutti

Il comunicato vuole poi sottolineare come la nuova tipologia d’esame derivi da una direttiva europea e che questa porterà benefici a tutti soprattutto sotto il punto di vista della sicurezza: “La necessità di adottare una nuova metodologia di esame non è stata dettata né da un ‘capriccio’ della Direzione Generale Motorizzazione, né da richieste partite dall’Associazione. Nei primi mesi dell’anno infatti il nostro paese è stato avvisato dall’Unione Europea di venire sottoposto a procedura d’infrazione, in quanto gli esami della categoria A non si svolgevano secondo il dettato normativo. Per questo motivo è stata trovata una soluzione che sposasse gli interessi di tutti, non ultimi quelli della sicurezza stradale”.Â