MotoGp, Jarvis allarmato per i tecnici Yamaha: “Non possono volare in Europa”

MotoGp, Jarvis allarmato per i tecnici Yamaha: “Non possono volare in Europa”

Questa nuova stagione del Motomondiale non avrà caratteristiche inedite solamente per la data di partenza. Tutti gli addetti ai lavori sono infatti chiamati a seguire un protocollo particolarmente rigido per evitare che possano esserci nuovi focolai di contagio, anche se non è previsto il blocco delle gare nel caso in cui dovessero esserci casi di positività. Non mancano però gli intoppi in vista del via ormai vicinissimo: a lanciare l’allarme è Lin Jarvis, Managing Director della Yamaha, che sottolinea le difficoltà che potrebbero avere alcuni tecnici a essere presenti alle gare. La prima bozza del calendario diffuso dalla Dorna comprende infatti, almeno per ora, solo tappe in Europa e arrivare nel Vecchio Continente per alcuni di loro potrebbe non essere così semplice se non ci sarà a breve un ulteriore allentamento delle misure restrittive.

La preoccupazione della Yamaha

La prima bozza di calendario diffusa dalla Dorna prevede al momento tappe solo in Europa, ma l’intento degli organizzatori è quello di inserire, se sarà possibile, anche circuiti al di fuori del Vecchio Continente. Già da ora le squadre sono al lavoro per organizzare i piani in vista della nuova annata, ma gli ostacoli non mancano. A essere maggiormente in difficoltà è la Yamaha, che ha tra le sue file alcuni tecnici che non possono viaggiare a causa delle misure predisposte dai vari governi.

E’ Lin Jarvis, il Managing Director, a sottolinearlo, nella speranza che il suo appello possa servire a risolvere il problema: “La più grande preoccupazione della Yamaha al momento è la libertà di viaggio dei membri australiani e giapponesi del team – ha detto al sito Speedweek, come si legge sulla Gazzetta dello Sport –. Loro al momento non possono volare in Europa anche con un test negativo al Coronavirus anche se in Australia ora hanno introdotto un sistema che consente eccezioni per importanti impegni professionali e noi ne faremo richiesta per i nostri tecnici”.

Si tratta di una situazione tutt’altro che di poco conto e che coinvolge dieci tecnici, sette giapponesi e tre australiani. Se il problema non dovesse sbloccarsi, diventerebbe impossibile per loro essere presenti ai box in occasione delle gare e dare così il loro supporto.

Il problema non è solo della Yamaha

Le misure restrittive mettono in difficoltà non solo la Yamaha ma anche altri team. Jarvis non riesce a nascondere la sua preoccupazione: “Abbiamo chiarito che possiamo prendere parte ai GP solo se è possibile trovare una soluzione. I nostri ingegneri giapponesi in particolare devono poter partecipare al GP, se non possono venire in Europa, faremo fatica a correre“.

Proprio Jarvis ha sottolineato come la Yamaha non sia l’unica a dover affrontare questo problema: “La cosa non riguarda solo noi di Yamaha, ma pure Honda e Suzuki ne saranno colpite e questo creerebbe una situazione di vantaggio per i team europei che potrebbero competere a pieno organico. È importante che questo problema sia risolto perché il nostro timore è che altrimenti la nostra partecipazione al campionato possa essere influenzata in modo significativo“.

Foto in alto: Shutterstock