Si chiude domenica la carriera di Jorge Lorenzo, uno che a soli 32 anni è stato in grado di conquistare cinque titoli mondiali ma che ormai da tempo non riusciva a competere con i piloti che lottavano per le prime posizioni. Emblematico è stato quanto accaduto negli ultimi anni: prima il biennio in Ducati, opportunità che lui aveva accettato con grande entusiasmo con la convinzione di essere ormai nel pieno della sua maturità e di dimostrare così di non avere perso lo smalto dei tempi migliori. Così però non è stato e non sono mancati gli alti e bassi. Proprio nella stagione che si sta per concludere, è arrivato l’approdo alla Honda, dove ha avuto la possibilità di condividere il box con il campione del mondo Marc Marquez, ma un feeling mai nato con la moto e diversi problemi fisici hanno finito per demoralizzarlo ancora di più fino alla decisione ufficializzata oggi.
La scelta coraggiosa del pilota
Arrivare ad appendere il casco al chiodo quando si avrebbe ancora l’età per dare tanto a questo sport non è mai semplice. Questo, infatti, significa dover dire addio a una quotidianità ormai consolidata e all’adrenalina che, inevitabilmente, si respira fortissima prima e dopo le gare. Jorge Lorenzo anche in questo ha dimostrato di saper compiere scelte non semplici. Il maiorchino, infatti, aveva ancora un anno di contratto che lo legava alla Honda e, nonostante una stagione deludente, la scuderia era pronta a scommettere ancora su di lui.
Lo spagnolo è però uno che ama vincere e non apprezza le mezze misure. Un ruolo da comprimario non lo soddisfa e questo lo ha spinto a dire basta. Una dimostrazione ulteriore di come non gli manchi certamente il carattere, caratteristica evidente sin dal momento del suo esordio nel Motomondiale, datato 2002. Già nel 2003 il primo successo in gara con uno stile grintoso, ma senza mai trascendere.
Jorge Lorenzo: un talento entrato nella storia
A parlare per lui sono i numeri: più di 200 Gran Premi nella classe regina, 47 vittorie in MotoGp (quinto nella classifica generale), 43 pole e 114 podi in top class.
I primi due titoli mondiali arrivano con l’Aprilia, per due anni consecutivi, 2006 e 2007. Nel primo caso centra 8 vittorie e 10 pole position ed è il secondo più giovane iridato nella storia della casse media. Nella stagione successiva porta a casa nove successi e conquista il titolo con una gara di anticipo.
Nel 2008 il passaggio in MotoGp con la Yamaha, dove ha la possibilità di condividere il box con Valentino Rossi. I due non avranno mai un rapporto semplicissimo, ma le soddisfazioni non mancheranno. Il suo terzo titolo, il primo in MotoGp, arriva nel 2010: il sigillo arriva a tre gare dalla fine con nove vittorie e piazzandosi sempre sul podio. Altri trionfi sono in arrivo nel 2012 e nel 2015, con un epilogo in cui non sono mancate le polemiche.
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— Repsol H?nda Team (@HRC_MotoGP) November 14, 2019
Gli ultimi anni: difficoltà e complicazioni
Le poche soddisfazioni arrivate negli ultimi anni, ma soprattutto i problemi, compresi quelli fisici, più recenti, hanno poi portato a una scelta che in pochi si sarebbero aspettati. Compreso il suo compagno di squadra Marc Marquez, che non era al corrente di quanto balenasse nella testa del maiorchino.
Anche in un frangente così difficile Jorge ha messo in mostra la sua personalità : “Ho sempre pensato che ci siano quattro giorni importanti nella vita di un pilota: quando fai la prima gara, quando vinci la prima gara, quando vinci il primo mondiale e poi quando ti ritiri. Sono qui per annunciare che questo giorno è arrivato e per dirvi che quella di domenica sarà la mia ultima gara in Motogp e dopo smetterò di fare il pilota professionista“.
Non è mancato la gratitudine nei confronti della scuderia per l’appoggio che non è mai venuto meno: “Io corro per vincere e il team ha la stessa ambizione e andare avanti per lottare per un piazzamento in top 10, non ha senso per me. Mi dispiace soprattutto per Alberto Puig e per la Honda di non essere riuscito a ripagare appieno la loro fiducia ma è davvero la cosa migliore. La coppia formata da me e questa moto non può lottare per il top, nemmeno per il podio o per la top five. Ci vorrebbe troppo tempo per essere competitivo e non ne vale la pena ” – sono state le sue parole in conferenza stampa, conclusa con un grande applauso e la platea in piedi per lui.
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