Valentino Rossi mastica amaro dopo un weekend di gara nuovamente al di sotto delle aspettative, a partire dalle qualifiche che lo hanno visto partecipare alla Q1 fino ad arrivare ad una gara sottotono. Il “dottore” è stato in lotta con il gruppetto che si è giocato il quarto posto ma non ha mai dato l’impressione di essere seriamente competitivo. Con la vittoria che manca ormai da più di due anni e con il podio che non arriva da inizio stagione, le voci su un doveroso ritiro si fanno insistenti, ma per Rossi il problema non è l’età.
Rossi critico verso se stesso: “Anche io mi chiedo se dovrei smettere”
Dopo tre gare a secco di punti, l’ottavo posto conquistato al Sachsenring da un lato può dimostrarsi un risultato positivo, ma trattandosi di Valentino Rossi il problema resta ovviamente importante. Soprattutto in virtù di un M1 veloce nelle mani di Quartararo e Vinales. Il podio sembra ancora un miraggio e Valentino ai microfoni di GPOne analizza in maniera critica la situazione: “È normale che mi vengano fatte determinate domande quando la mia situazione è questa. Anzi, vi confesso che me le pongo anche io. Ho 40 anni, non sono solo il più vecchio, ma ho 6 o 7 anni in più del secondo in classifica”. Per Valentino però, non è arrivato ancora il momento di ritirarsi: “Le motivazioni non mi mancano. Ci sono cose che solo io posso sentire e quando non avrò più voglia di correre mi sarà chiaro. Certo dipenderà molto dai risultati, se non riusciremo a risolvere i nostri problemi, allora andare avanti diventerà un problema. Però una decina di anni fa ho fatto una scelta: potevo ritirarmi da vincente o continuare a correre perché la mia passione era grande. Sono contento della decisione che ho preso”.
Rossi e una sfida che non può andare in scena: “Sarebbe bello lottare con Marquez a parità d’età
Valentino continua precisando il punto più critico del GP di Germania: “Sapete qual è stato il problema oggi? Che sono stato più lento di 20 secondi rispetto al mio tempo di gara dell’anno scorso. Non stiamo parlando di 5 anni, ma di dodici mesi. Se fossero stati tutti gli altri piloti a migliorarsi di 20 secondi e io non ci fossi riuscito, allora sarebbe veramente stata finita”. Il 9 volte iridato si lascia andare ad un desiderio che per certi versi ha il sapore di una resa: “Sarebbe bello potermi battere con Marquez a parità di età, ma non è possibile e devo concentrarmi su quella che è la realtà“.
Infine, allontana l’ipotesi di un cambio radicale della sua squadra: “La sensazione che ho in sella è precisa perché non riesco a uscire bene dalle curve. Sulla M1, quest’anno, bisogna usare un assetto diverso rispetto al 2018 e per me e Morbidelli è più difficile farlo, mentre Vinales e Quartararo si trovano meglio. Non riesco a guidare la Yamaha come facevo lo scorso anno. Ma la colpa non è del team. Io voglio far bene cose con questo team, con cui mi trovo bene, con Silvano (Galbusera) ho lottato per un campionato fino all’ultima gara e sono arrivato 2° in altre due stagioni. Ce la possiamo fare ancora“.