Quel che si dice sul Mugello è vero! Al Mugello non si dorme, e soprattutto si respira un’aria impregnata di passione per i motori ed italianità allo stato puro. Noi di Chilometrando abbiamo vissuto 2 giorni (notte compresa) all’interno della pista toscana, vivendo in prima persona quello che viene universalmente riconosciuto come uno dei GP più belli al mondo.
Passione, natura e tanto… rumore
Immersi nella natura (notte tra sabato e domenica passata in tenda) e affinando l’arte “dell’arrangiarsi” abbiamo respirato in prima persona la passione e l’atmosfera che circonda il GP del Mugello. Un’esperienza appagante per appassionati e non.. Il tutto in nome di uno spirito di fratellanza che aleggia nell’aria, di goliardia, e di bonarietà. Festa, passione e tanto rumore, o meglio, suono. Innumerevoli infatti sono stati i richiami al rombo dei motori, realizzati nei modi più stravaganti.
Vivere il Mugello vuol dire, da un certo punto di vista, far passare in secondo piano l’aspetto dei risultati. Lo spettacolo offerto dal rombo dei motori della Moto3, Moto2 e MotoGP è qualcosa di surreale, così come gli angoli di piega che raggiungono i piloti, dal primo all’ultimo. Tuttavia, al Mugello, non si può scindere un aspetto, il Mugello è giallo. Valentino Rossi è l’assoluto protagonista del week-end italiano, migliaia e migliaia di tifosi rigorosamente vestiti di giallo, il colore rappresentativo del 9 volte iridato. Un’esaltazione al limite del devoto, a partire dagli innumerevoli striscioni pro-Rossi (e di conseguenza quelli contro-Marquez, l’aspetto meno sportivo della questione), per finire ai teatrini più curiosi dei tifosi (ad esempio, la messa in scena di una messa in devozione al pilota di Tavullia).
Valentino Rossi e il “Mugiallo”
Una scenografia ricca di fumogeni e applausi per il “46”, tanto da scatenare un boato di dissenso al momento della caduta in gara. Un aspetto particolarmente evidente dal vivo, poco comprensibile attraverso uno schermo televisivo è stata la reazione dei tifosi di Rossi. Subito dopo la caduta del suo idolo, la marea gialla ha iniziato a sostenere i piloti Ducati, Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci. Un notevole cambio di tendenza rispetto agli anni passati, quando prima con Stoner poi con Lorenzo, la Ducati era considerata nell’immaginario collettivo, la rivale per antonomasia del “dottore”.
Nonostante la vittoria iridata manchi dal 2009, e la vittoria nel GP d’Italia dal 2008, Valentino Rossi si conferma un culto, l’immagine di una passione, oltre che della MotoGP. Sarà interessante vedere cosa succederà al momento del ritiro, la MotoGP rischia di andare incontro a quello che per lo scii è stato definito: l’effetto Tomba.
Di certo, una delle esperienze più emozionanti è stata l’invasione di pista, evento più unico che raro. Camminare sopra l’asfalto che poco prima aveva visto protagonisti i mastini delle due ruote è un momento magico per ogni appassionato di corse. Mettere i piedi sulla pista che ha visto i leggendari duelli tra Valentino Rossi, Max Biaggi, Loris Capirossi, ma anche Marc Marquez, Jorge Lorenzo, Casey Stoner. Senza dimenticare il memorabile duello del 2009 tra Mattia Pasini e Marco Simoncelli.
Dal primo all’ultimo, tutti fenomeni
Non si può tralasciare l’aspetto più propriamente “di pista”. Osservare dal vivo i piloti della MotoGP, e non solo, mette in evidenza ancor di più di quanto può trasmettere un televisore, il talento dei piloti. Da considerare indifferentemente dal primo all’ultimo. L’edizione 2019 del Mugello ha comunque messo alcuni puntini sulle i. A far paura dal vivo, è il rombo della Ducati, semplicemente maestoso e in questa occasione portato al successo da un grande Danilo Petrucci.
Tecnicamente poi, è difficile non elogiare tutti i piloti presenti in griglia, anche se alcune differenze si possono lecitamente fare. La Yamaha è apparsa in difficoltà, più lenta in tutte le fasi della curva, al contrario di Honda e Suzuki, particolarmente agili nei cambi di direzione del circuito toscano. Al netto di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, alle prese con le difficoltà con le rispettive moto, Andrea Dovizioso, Danilo Petrucci, e Marc Marquez sono stati i protagonisti assoluti dal punto di vista della perfezione di guida in pista.
Ha impressionato osservare dal vivo la pulizia di guida di Andrea Dovizioso, perfetto come un orologio svizzero in tutti i giri percorsi. Al pari di Lorenzo e aggiungiamo, di Quartararo, forse il pilota più tecnico in pista. Per tutto il GP, Marc Marquez è apparso il predatore capace di infilare il colpo decisivo in ogni istante. Il momento di forma del pilota di Cervera è ad un livello talmente alto in questo momento da renderlo quasi inattaccabile. Il vero eroe del GP d’Italia è stato, però, Danilo Petrucci. Autore di una vittoria arrivata più con il cuore che con la tecnica, sancita ancor di più dalle lacrime di fine gara. Degna chiusura di un’esperienza unica.