L’Alfa Romeo debuttò nelle competizioni già dal 1911, ben prima che la parola Formula Uno nascesse. Era l’automobilismo degli eroi, del romanticismo, delle mulattiere e del fermento. Era il mondo di Alberto Ascari, di Lugi Fagioli, di Enzo Ferrari: una particolare congiuntura storica dal ritmo lento ma dall’evoluzione veloce e imprevedibile.
Quando fu disputato nel 1950 il primo campionato di F1, l’Alfa era l’avanguardia del motorsport. Nel corso della prima stagione conquistò 6 dei 7 Gran Premi presenti in calendario, prendendosi l’iride con Nicola Farina. L’anno seguente bissò il risultato con Juan Manuel Fangio.
Dal 1953 purtroppo il Biscione uscì di scena, su decisione dell’IRI, l’ente pubblico che possedeva la scuderia, a causa della fioritura di una fitta concorrenza che avrebbe indotto all’esborso di sempre più ingenti risorse e somme di denaro. Il governo italiano non fu più disposto ad investire sull’Alfa, che avrebbe continuato a frequentare il Circus dapprima come fornitore di motori e tornando effettivamente in griglia solo nella poco fortunata parentesi 1979-1985.
Con il 2019 l’Alfa Romeo ha ripreso ufficialmente posto nella massima serie automobilistica. Il nostro tributo alla storica casa di Arese passa attraverso le cinque monoposto più importanti: