È ormai passata qualche settimana dal 9 giugno, una data che resterà scolpita nella mente e nel cuore di Max Biaggi. Quel giorno, infatti, l’ex pilota è rimasto vittima di un brutto incidente mentre si stava allenando presso la pista del Sagittario a Latina ed è stato costretto a un ricovero in ospedale piuttosto lungo, oltre a una riabilitazione piuttosto pesante. Ora che il peggio è passato il “Corsaro” riesce a guardare con fiducia al futuro grazie al supporto dei suoi cari, la fidanzata Bianca Atzei, che non lo ha mai abbandonato, e i due figli avuti dalla ex Eleonora Pedron.
Il peggio è ormai alle spalle
Riuscire a riprendersi da un incidente in cui si è arrivati a mettere a rischio la propria vita porta certamente a guardare il futuro con nuove priorità. Ne sa qualcosa Max Biaggi, reduce un lungo ricovero in seguito alla caduta avuta lo scorso giugno durante un allenamento in moto. L’ex pilota ha deciso di raccontare le sue sensazioni del momento in un’intervista a Verissimo, che potremo vedere nella puntata che andrà in onda sabato prossimo.
Il primo argomento trattato sono proprio state le sensazioni vissute quel giorno: “È stata una grande battuta d’arresto. Doveva essere una cosa risolvibile abbastanza velocemente, invece, purtroppo, sono stato operato la prima volta, poi la seconda e nessuno mi dava un chiaro segnale di quale doveva essere il mio percorso. Mi sono sentito un po’ smarrito. E poi, proprio adesso, dopo tanti anni, quando praticamente avevo smesso la mia carriera da professionista“.
Il “Corsaro” non ha mai nascosto di avere provato un grande spavento, decisamente superiore a quella vissuta quando era in pista: “Un po’ ho avuto paura di non farcela, perché quando il primario mi ha detto che in questo tipo di trauma su 100 persone 80 non ce la fanno, non è che mi ha dato una mano, però è stato onesto. Non ero preparato a questo tipo di messaggio, è stato il gelo, una doccia fredda. Non è stata una cosa da ricordare, ma fondamentalmente è stato un momento di svolta”.
Il sostegno dagli affetti più cari
A dargli forza in quei giorni c’è sempre stata la fidanzata Bianca Atzei, che era arrivata anche ad annullare i concerti che aveva in programma pur di stargli vicino: “C’era anche nel momento dell’incidente perché era proprio lì – ha raccontato Biaggi -. Inoltre, quando stavo in ospedale, i medici non potevano mai dire quello che stava succedendo in forma scientifica, si prendevano sempre un po’ di margine. L’unica fonte all’esterno che poteva dire qualcosa era Bianca. Di comune accordo lei comunicava e faceva una specie di diario“.
Non è mai mancato il sostegno, anche se inizialmente da lontano, anche dei suoi figli: “Sono arrivati il 26 giugno, su loro richiesta. Io avrei voluto vederli subito, perché sentivo la loro mancanza, ma ho evitato perché avevo i tubi ovunque, avevo paura che rimanesse loro troppo impressa l’immagine del papà in una situazione critica. È stata dura aspettare di vederli il giorno del mio compleanno, ma in quell’occasione ero più presentabile, ed è stato emozionante, una delle cose più belle della mia vita“.
Un nuovo modo di guardare al futuro
L’incidente, come capita spesso in questi casi, ha inevitabilmente cambiato Max. Le sue prospettive sono inevitabilmente cambiate: “Sei pronto al cambiamento e vorresti fare tante cose che magari non hai mai fatto. Tra queste, mi piacerebbe fare il giro d’Italia in bici e scoprire tutte le cose belle del nostro Paese, anche se è una cosa che non ha molto senso, visto che si tratta di fare più di 3000 chilometri. Quello che vorrei fare, sinceramente, è stare molto di più vicino alla mia famiglia e apprezzare le persone che mi hanno sempre voluto bene“.
Finalmente dopo qualche settimana può dire di avere messo alle spalle il periodo più brutto: “Ora sto meglio. Avevo perso almeno 5 chili, ero teso e non avevo più forze. Ora ho anche riacquistato un po’ l’equilibrio, anche se non è ancora come prima. Posso condurre una vita abbastanza normale. Non posso ancora andare in macchina, perché i sobbalzi, i movimenti laterali e le curve mi danno fastidio. Ma per fortuna posso uscire e camminare. Mi manca ancora la resistenza, mi affatico facilmente. Sono come un bimbo che comincia a camminare, ma sono già a buon punto e rispetto a come stavo prima, ogni giorno è un regalo“.