Riuscire a rialzarsi dopo un grave incidente che cambia in modo irreparabile la nostra esistenza non è mai semplice non solo sul piano fisico, ma soprattutto su quello psicologico. È un’esperienza che, suo malgrado, sta vivendo appieno Billy Monger, che ha perso entrambe le gambe lo scorso aprile a soli 18 anni in seguito a un terribile schianto a Donington Park. Il giovane pilota di Formula 4 stava effettuando una grande rimonta quando all’improvviso, complice il maltempo, si è trovato davanti un avversario, senza riuscire a frenare in tempo. Nonostante il terribile handicap e lo sconforto dei primi tempi, il britannico ha intenzione di tornare presto a correre.
Una forza da fare invidia
Billy Monger, pilota di Formula 4 vittima di un grave incidente in pista che lo ha portato a subire l’amputazione di entrambe le gambe, dimostra come sia possibile non arrendersi allo sconforto nonostante il dramma vissuto.
Il diciottenne è diventato un esempio anche per piloti ben più affermati. Lewis Hamilton lo ha infatti voluto al suo fianco in tutto il weekend che ha portato al Gran Premio di Silverstone e gli ha dedicato la vittoria. Non è però finito qui: nel momento in cui è saluto sul podio il britannico ha invitato i presenti a dare un contributo alle terapie rieducative a cui si sta sottoponendo il suo giovane amico.
Il ragazzo riesce addirittura a ironizzare su quello che gli è capitato osservando l’atteggiamento da star con cui viene trattato: “Perché? In fondo sono solo sopravvissuto a un grave incidente in cui ho perso le gambe. Non mi sembra un granché per avere tutte queste attenzioni…” – ha detto ad Automoto.it.
Un grande esempio a cui ispirarsi
Da cosa trae la sua forza Billy? A spingerlo a non mollare è stata una persona particolare, Alex Zanardi, che ha vissuto un’esperienza simile alla sua e che ora è uno dei campioni paralimpici più affermati: “Zanardi mi ha chiamato subito dopo l’incidente per sapere come mi sentivo, – continua – mi ha dato dei consigli e si è messo a disposizione per darmi un aiuto, specie psicologico. Se penso a cosa ha fatto Zanardi, mi sento sciogliere. Io di sicuro non riuscirò a fare nemmeno una parte di quanto ha fatto Alex. Ma non vi dico quando squillò il telefono a casa e mi disse: ‘Ciao sono Alex Zanardi, ti disturbo?’ Wow!! Forse è vero che la forza è nel cervello, vedrò di applicarla al meglio“.
Il messaggio dell’italiano è stato davvero importante: “Mi ha detto una cosa semplice e fondamentale: concentrati su quello che hai adesso, su cosa è rimasto del tuo corpo non a quello che hai perso, perché tanto non potrai cambiare nulla, quindi inutile pensare al passato, concentrati sul futuro che dipende solo da te! Devi prendere le cose per come vengono. So che non potrò più fare certe cose come prima, correre ad esempio o ballare, anzi no ballavo poco anche prima! Ma mi si aprono tantissime possibilità di fare una vita quasi normale“.
Pronto a ripartire
Molti nelle stesse condizioni di Billy si sarebbero lasciati andare allo sconforto e, magari, recriminato contro un destino crudele. Lui fa eccezione anche in questo. È infatti pronto a tornare a correre il prima possibile: la passione che lo spinge a dare sempre il meglio è troppo forte.
“A me piace correre, sono un pilota dentro, nel cuore e nella testa, per cui adesso il primo passo è tornare a correre. Voglio disputare la 24 ore di Le Mans nel 2020 con un team ufficiale, ho tempo per prepararmi. Sono stato a giugno in Francia, ho conosciuto Frederic Sausset, il pilota senza braccia e senza gambe che ha già corso e che ha una scuola per piloti disabili. Comincerò ad allenarmi lì, poi a novembre dovrei aver completato il percorso terapeutico e avere le protesi per camminare o stare in piedi decentemente“.
Il pilota non ha dubbi sul suo futuro: “Ho tutto chiaro nella mente, voglio correre, voglio fare il pilota e anche se ho avuto un incidente, lo sapevo anche prima a cosa andavo incontro – continua –. Non avevo previsto questo, ma faceva parte del rischio che avevo accettato. Ora è successo, bene ora ci diamo da fare per una vita normale e non perdersi tutto quello che di buono ancora c’è e che posso fare“.
Fare il possibile per ringraziare chi crede in lui è la molla decisiva: “Mai mollare, prendere il buono che c’è e dimenticarsi il resto negativo. Se c’è gente come Hamilton o Zanardi, Button o Alonso che mi stimolano e mi considerano un pilota come loro, ecco il primo obiettivo è non deluderli” – ha concluso.