È un Valtteri Bottas inedito quello che emerge dopo la bandiera a scacchi del Gp d’Ungheria. Mostra una faccia rammaricata e rabbiosamente delusa, più che da sé stesso dal muretto Mercedes. E a nulla servono le parole di ringraziamento che Lewis Hamilton gli ha dedicato nel team radio di fine gara, consapevole del lavoro, “sporco” ma essenziale, del finlandese: nonostante i pregressi e reiterati rapporti di Toto Wolff che presagiva un abbandono di qualsiasi ordine di scuderia nel mondiale a venire, oggi Bottas è stato completamente sacrificato in favore del compagno di scuderia. Dall’inizio — quando gli è stato imposto un regime di risparmio di motore e carburante — alla fine — quando gli è stato chiesto il “suicidio” sportivo, facendo da tappo alle ben più veloci Ferrari.
Il sorpasso galeotto
Il momento chiave dell’appuntamento magiaro è stato proprio il sorpasso di Vettel ai danni di Bottas. Il ferrarista, complice un errore dei meccanici al pit-stop, si è ritrovato dietro la Freccia Argento numero 77. A quel punto il box Mercedes ha dato il via libera alla sua, oggi lecito dirlo, seconda guida, consentendogli di dispiegare le risorse che aveva precedentemente preservato. Per oltre venti tornate Seb non è riuscito a insidiare Valtteri, sulla strenua difensiva: la sua presenza della sua monoposto non solo ha ostacolato un eventuale rincorsa ad Hamilton, che nel frattanto prendeva il largo, ma poteva seriamente danneggiare Vettel, il quale, mantenendosi in scia, avrebbe subito una usura velocizzata degli pneumatici.
L’audacia di Bottas
Vettel ne aveva di più, in ritmo e velocità, ma Bottas è stato uno scudiero esemplare. La sua azione da “tappo” ha permesso sia a Raikkonen che a Ricciardo di accodarsi a quel tandem, fino perlomeno a tre giri dalla fine. Seb si mette in scia sul rettilineo, forte del DRS, attacca Bottas sull’esterno per indurlo ad allungare la sua linea e poi incrocia la traiettoria sull’interno sfruttando la maggiore trazione fornita da gomme ultrasoft più fresche. Sul dritto Vettel supera agilmente il rivale, mettendo la propria SF71H interamente davanti, quindi chiude la porta in curva 2. Pur di riprendersi la traiettoria Bottas, a gomme praticamente finite, ritarda troppo il punto di frenata, va in bloccaggio e con l’ala anteriore sfiora la ruota posteriore di Vettel. L’urto non ha esiti spettacolari, solo un high-side sulla ghiaia della Mercedes, che viene sorpassata anche da Raikkonen.
The pivotal moment in the fight for the podium ?#HungarianGP ?? #F1 pic.twitter.com/cmwdi1enwf
— Formula 1 (@F1) 29 luglio 2018
Lo scontro con Ricciardo
Nel giro successivo all’attacco di Vettel, inoltre, Bottas si è difeso dal sorpasso di un arrembante Ricciardo speronandogli letteralmente la fiancata. La mancanza di carico derivata dal danno all’ala aveva reso la sua monoposto effettivamente poco controllabile in percorrenza di curva, ma in quell’occasione effettivamente il finlandese ha azzardato troppo, tanto da spingere i commissari a punirlo con 10″ di penalità sul tempo di gara. Una sanzione che non muta l’ordine di arrivo: Ricciardo è rientrato in carreggiata e si è preso il quarto posto sulla pista con un sorpasso all’ultimo giro.
Lo sfogo
“Credo che i contatti con Vettel e Ricciardo debbano essere catalogati come normali incidenti di gara. Con Seb stavo cercando di difendermi nel miglior modo possibile ed avevo ancora il muso avanti in curva 2. Lui è rientrato e non mi è sembrato che mi abbia lasciato spazio a sufficienza. La mia ala anteriore l’ha toccato ed ho subito un danno” ha detto il pilota finlandese a caldo. Poi ha continuato: “Ho cercato di fare gioco di squadra, ho fatto il massimo e tutto stava andando alla perfezione fino a quando Vettel non mi ha superato“. Emblematico, infine, il suo congedo: “Ho bisogno di una pausa adesso. Mi serve andare a casa e non pensare per un po’ a questo sport. Poi si vedrà“.