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È tornato in sella Cal Crutchlow (e alla grande, con un terzo posto durante il GP a Losail) per questa nuova stagione 2019 ma solo ora, a mesi di distanza, confessa le difficoltà e la crisi che ha affrontato con discrezione e silenzio. Il britannico ha infatti mantenuto grande riserbo sul periodo dopo il brutto infortunio avvenuto in Australia. Una gravissima frattura alla caviglia che coinvolse malleolo e tibia. L’inizio di un incubo per il pilota, di una serie di operazioni e di una lunga, faticosa riabilitazione.
Crutchlow: “Non sapevo neanche se sarei davvero tornato a correre”
È un Cal Crutchlow rinato quello di oggi ma che nasconde giorni bui, trascorsi dopo la caduta durante le prove libere in Australia nell’ottobre scorso. A l’inviato de la Gazzetta dello Sport Paolo Ianieri, dopo la prima gara della stagione il campione ha raccontato: “Per me è un sogno. Considerando anche come a un certo momento non sapevo neanche se sarei davvero tornato a correre. Sapevo di essermi fatto male, non quanto. Pensavo che avrebbero infilato un chiodo, messo una placca e che in poche settimane sarei tornato a correre. Invece i dottori sono stati molto vicini a saldare del tutto la caviglia“. Il pilota ha confessato di aver rischiato di cadere in depressione: non parlava più, non mangiava più, l’idea di non tornare più in pista era diventata insopportabile.
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Cal Crutchlow, il buio profondo poi la luce
“Ci sono persone che non camminano per un anno, altre non recuperano mai del tutto. Non è stato facile, in ospedale ho passato momenti difficilissimi – ha continuato il britannico parlando del post operazione – per quattro giorni non mi sono mosso, non mangiavo, non mi importava di nulla. Lucy (la moglie, NdR) a un certo punto mi ha detto che dovevamo andare via da là, stavo diventando un vegetale. Per volare mi hanno indotto quasi in uno stato letargico, poi piano piano, una volta a casa ho ricominciato a vivere: c’era Willow (la figlia, NdR) che mi aspettava“.
Credit immagine in alto: Formula Passion