Così vicino non ci era mai andato. Danilo Petrucci, classe 1990, è combattuto tra la soddisfazione di un secondo posto, oro colato per uno come lui che monta una Ducati non ufficiale, e il pianto di una delusione immensa: l’ennesima vittoria scampata, l’emozione di tagliare per primo il traguardo che al pilota umbro manca. Lui, il mago della pioggia, beffato sia dal meteo che da una volpe di nome Marc Marquez, capace di infilarlo alla prima staccata dell’ultimo giro dopo esser rimasto miracolosamente in piedi per un paio – e forse più – di occasioni.
La parola al protagonista
“È stato come vedere un film bellissimo e negli ultimi 10 minuti il televisore si spegne” ha raccontato stipato ai microfoni della stampa. “Ci ho creduto tutta la gara, sapevo che Marc era lì. All’inizio forse ero più veloce quando c’era tanta acqua, ho provato ad andar via ma Marc ha resistito, sapevo che mi avrebbe attaccato all’ultimo giro, non credevo lì alla 1, l’ho sentito arrivare, poi ho riattaccato alla 4 ma mi si è chiuso lo sterzo“. Petrux poi continua: “All’ultimo giro ha spinto forte, speravo si tenesse del margine per non rischiare, invece è stato cattivissimo. Però è stata una gara difficilissima, questo asfalto era davvero scivoloso, mi dispiace non aver vinto“. Eppure Danilo ci ha provato fino in fondo, abbracciando in pieno la possibilità di andare in fuga e staccare lo spagnolo: per un attimo, rivela, aveva addirittura pensato di farlo passare. “Ma avevo paura che poi andasse via“, si trattiene. “Sono davvero deluso. Marc è stato più forte, però vincere in Italia sarebbe stata una figata“.
Il Dovi in difesa
Ottima ma non superba prestazione quella di Andrea Dovizioso. Il forlivese giocava in casa nel senso stretto della parola: la sua città d’origine dista appena sessanta chilometri dall’autodromo di Misano. “Ero lì, ma non mi sentivo troppo bene in moto, il rischio era troppo alto” ha riferito il campione a caldo al termine di una gara che l’ha visto inizialmente competere con il duo di testa Petrucci e Marquez, salvo poi mollare la presa a sei giri dal termine, accontentandosi del terzo posto. “Era una giornata in cui non commettere errori, era importante arrivare, un podio va bene e qui non ne avevo mai conquistato uno, prima. Il campionato resta aperto ed è lungo. In realtà non credo di aver mai avuto una carta da giocarmi rispetto a Danilo e Marc, ero sempre un po’ impiccato e dovevo prendere dei rischi per poterci stare. Se mi fossi giocato il campionato ci avrei provato. Ma oggi, i 16 punti presi rispetto al rischio di farne zero, per le condizioni che c’erano in pista, erano la decisione migliore“.