Ducati: al Montmelò una domenica di gioia e di dolore, di un successo e di una sconfitta, di un campione ritrovato, troppo tardi, e di un mondiale pesantemente compromesso, troppo presto. Se Jorge Lorenzo ha bissato il successo del Mugello con una prestazione impeccabile a Barcellona, tornata ad essere una Lorenzo’s Land a distanza di due edizioni, Andrea Dovizioso è giunto al suo terzo ritiro stagionale dopo la carambola di Jerez e l’errore di Le Mans. Al momento i due ducatisti patiscono lo stesso distacco in classifica iridata dal leader Marquez, a ben 49 punti di ritardo quando mancano ancora 12 round alla fine del Motomondiale.
Lo sgomento del Dovi
“Seguivo da vicino Lorenzo e Marquez, ma ne avevo un po’ meno di loro — commenta il Dovi in seguito alla sciagurato weekend — ma con questa gomme basta poco per sbagliare. Ho fatto un errore, sono arrivato troppo veloce. Adesso si deve restare calmi e cercare di capire, dobbiamo lavorare sui dettagli. In queste condizioni, con poco grip io ero al limite e mi mancavano due decimi mentre vedevo da dietro come se la cavava Jorge: c’era un modo di guidare diversamente ed è quello che avremmo dovuto fare“. Ma non è un Dovizioso che si dà per spacciato, e ha buon ragioni per crederlo.
“Ci rialzeremo”
La strada è in salita ma a Borgo Panigale hanno costruito una moto performante sempre e comunque e il manico del forlivese è tra i migliori del parco: “Un altro zero è pesante. Abbiamo trovato condizioni non facili, ma se ne può uscire, siamo veloci, si parla di dettagli e non c’è sempre la stessa ricetta. Sono cose che vanno capite, ci si deve arrivare, Lorenzo va forte ma non è questo il problema perché ogni cosa ha pro e contro: con uno così forte non è facile arrivargli davanti, è vero, ma quando guida diversamente da te è un vantaggio per migliorarsi. La sua nuova sella? Ognuno ha il proprio modo di vedere e chiedere le cose e, che sia vero o no, finché non ce l’hai non credi di essere a posto. Non è però il mio momento peggiore in Ducati, adesso però il target è cambiato e l’attesa è diversa. Lo ‘zero’ è devastante, ma lavoreremo sodo e andiamo ad Assen per migliorare la situazione: non è facile ma ci rialzeremo“.
Il sorriso del Porfuera
“Centrare la seconda vittoria di fila è fantastico — il commento di un radioso Jorge Lorenzo, di come non lo vedevamo da tempo — è straordinario come le cose siano cambiate in un periodo così breve. Qui siamo stati sempre veloci e costanti, in tutto il weekend, anche se ho sbagliato la partenza: mi hanno passato Marquez e Iannone, poi li ho superati, ho iniziato la fuga aprendo un buon gap e poi ho spinto ancora un po’ nel finale quando Marc si è avvicinato. Fantastico vincere due gare di fila con la Ducati. Avevo qualcosa in più di Marc in staccata, ma lui era sempre lì, poi dopo la caduta di Dovi ho deciso di spingere di più“. Un pensierino anche all’iride: “Marquez sembra molto lontano, ma proviamo ad avvicinarlo: abbiamo la Desmosedici più completa della storia e dobbiamo approfittarne, non consuma molto le gomme e tranne Sachsenring e Phillip Island andiamo bene ovunque: non è una Yamaha e non lo sarà mai, ma ci stiamo avvicinando a quel livello di percorrenza. Marquez mi teme? Credo che io e lui se stiamo bene possiamo fare la differenza: il mio ‘click’ non è stato mentale: se avessi avuto questo pacchetto prima avrei iniziato a vincere prima“.
Parola al Dottore
Ai microfoni anche un brillante Valentino Rossi, che piazza il terzo podio consecutivo nonostante una Yamaha davvero poco competitiva, perennemente alle prese con problemi di grip. “Sono contento perché questo è il quarto podio della stagione, poi questo è il terzo fila. Mi sento bene, sto guidando bene e soprattutto sto lavorando molto bene con il mio team, quindi riusciamo ad arrivare alla domenica sempre abbastanza a posto. Però, come ho detto al Mugello, il mio miglior risultato rimane un terzo posto e così i Mondiali non si vincono, ma soprattutto lottare per vincere è un’altra cosa” ha ribadito il Dottore, prima di aggiungere: “Non riusciamo a vincere da un anno ed è una statistica piuttosto triste per me, ma soprattutto per la Yamaha. Assen è una pista fantastica, è bellissimo guidare la MotoGP lì e di solito la Yamaha lì è competitiva. Il problema è che mi piacerebbe non dover aspettare Assen per vincere, ma poterci provare su tutte le piste“.