Molti non hanno dimenticato Jules Bianchi, il pilota ventiseienne che due anni fa si spense all’ospedale di Nizza, dopo un incidente in pista che fa tremare i polsi ancora oggi. Era il 5 ottobre 2014 quando, sul circuito giapponese di Suzuka, Bianchi perse il controllo della sua monoposto e si schiantò contro una gru che stava rimuovendo la vettura di un altro pilota uscito fuoripista, Sutil. Lo scontro fu violentissimo, la macchina devastata e il francese entrò subito in coma. Dopo il ricovero in Giappone, venne trasferito a Nizza per volere della famiglia e morì il 17 luglio del 2015.
Bianchi era un giovane talentuoso che il team Ferrari aveva notato già nel 2009 a Jerez de la Frontera. Il “Cavallino” aveva visto in lui qualcosa in più, una scintilla, oltre al suo temperamento gentile e rispettoso. Per questa ragione venne stabilito per lui un percorso di crescita, supervisionato da grandi nomi della casa come Schumacher. La Marussia, per cui stava gareggiando a Suzuka, era solo il banco di prova. Una prova che purtroppo non ha mai avuto occasione di passare.
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