Alla vigilia nessuno ci avrebbe scommesso e invece è Valtteri Bottas a inaugurare da vincitore la stagione 2019, conquistando il Gran Premio d’Australia davanti al compagno di scuderia Lewis Hamilton, scattato in pole ma bruciato alla partenza, e Max Verstappen, che conduce la sua Red Bull ad un podio inaspettato a termine di una domenica da protagonista. In grande affanno le Ferrari, giù dal podio con Sebastian Vettel in quarta posizione e Charles Leclerc in quinta piazza.
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?????A stellar start for Bottas, and a bumpy ride for Ricciardo
Re-live the moment the 2019 season roared into life ??#AusGP ?? #F1 pic.twitter.com/JDU7umozCT
— Formula 1 (@F1) 17 marzo 2019
I giochi alla partenza
Il finlandese si è preso la leadership della corsa in curva uno, sfruttando l’esitazione di Hamilton nello scatto dai blocchi. Da quel momento Bottas ha dettato un ritmo forsennato ed ineccepibile alla gara, tempestando di giri veloci il suo rullino di marcia ed ottenendo, alla penultima tornata, anche quel giro record che — come novità d’annata — gli frutta un punto extra nella classifica generale. Prestazione da capogiro, dunque, per quello che doveva essere lo scudiero del campione del mondo in carica e che invece, magari solo per Melbourne, ha vestito i panni di un compagno storto, un rivale iridato. Hamilton arranca, penalizzato da una scelta discutibile del muretto. Lo richiamano presto (16esimo giro) per coprire la tattica, parimenti opinabile, che Ferrari ha riservato a Vettel. E si è ritrovato con una W10 monca, incapace di esprimersi con gomme gialle fresche. Lewis chiude a 20″ da Valtteri. Il mondiale è lungo e appena iniziato, ma non è uno smacco da poco, soprattutto per un cannibale come Hamilton.
Incubo rosso
La Ferrari è solo lo spettro di sé stessa. A Maranello dovranno voltare pagina e ripartire dal Bahrain indagando sulle cause di una disfatta importante, la quale già si prefigurava con i distacchi abissali delle qualifiche ma che si è addirittura accentuata nella domenica australiana. Nel corso dei primi giri Vettel è riuscito a resistere alla fuga delle Frecce Argento: i veri problemi sono emersi a metà gara. Rientrato ai box prestissimo per difendersi da un eventuale undercut di Verstappen, Seb ha rischiato grosso nel montare la mescola media anziché la dura. Se inizialmente il tedesco è perfino riuscito ad avvicinarsi ad Hamilton in seconda posizione, tallonandolo a poco più di un secondo, è attorno al giro 30 che la sua SF90 è andata in down.
Power unit o gomme?
I rilevamenti ci suggeriscono che all’improvviso la Ferrari di Vettel abbia perso potenza, pagando anche 15 km/h di velocità massima alle dirette rivali. Verstappen ne ha approfittato, infilando il quattro volte campione del mondo e lanciandosi all’inseguimento di Hamilton. Il problema alla power unit della Scuderia in rosso potrebbe essere molto più serio del previsto, nuova occorrenza di quei guai al turbo già accusati nei test a Barcellona. Neppure Charles Leclerc ha brillato, seppur protagonista di un’ottima partenza in cui ha dovuto alzare il piede per non intralciare il compagno di scuderia. Un errore nel corso della prima fase di corsa gli è costato 3″ da Verstappen ma sul finale riemerge con costanza, aiutato da una strategia ottimale rispetto a Seb. Che in effetti raggiunge e che potrebbe agilmente superare, bloccato in ultimo da ordini di squadra.
Verstappen alla riscossa
Verstappen si scatena. Favorito dalla mancanza di bagarre davanti e da una Ferrari in panne, Mad Max rimane si lancia in una escalation di giri veloci che rivela un grandioso stadio di forma del pilota, oltre che l’ottimo setup della Red Bull. Promette, via team radio, “dieci giri di superdivertimento”, braccando Hamilton a poco più di un secondo. Le speranze di un testa a testa si vanificano però nel momento in cui finisce nella ghiaia ai -5, rientrando in pista poco dopo senza grosse ripercussioni.
La Formula degli altri
Nel cuore del plotone è da segnalare l’ottima prestazione di Kevin Magnussen, che porta la sua Haas in sesta posizione che ha resistito ai continui attacchi di Nico Hulkenberg nel corso della prima metà del Gran Premio. Dispiace vedere Ricciardo, beniamino di casa e al debutto in Renault, totalmente fuori dai giochi sin dalla partenza, danneggiando l’ala anteriore sul cordolo del rettilineo. Chiudono la top ten un ottimo Kimi Raikkonen su Alfa Romeo, ottavo, Lance Stroll su Racing Point e Danil Kvyat su Toro Rosso, che ha tenuto fuori dalla zona punti Pierre Gasly su Red Bull.
Your full race classification from the season-opener ?
Best-ever finish for Leclerc, solid points for Magnussen & Stroll ?
Kvyat holds off Gasly for the final point ?#AusGP ?? #F1 pic.twitter.com/pVSiCkUhhw
— Formula 1 (@F1) 17 marzo 2019