Lewis Hamilton vince il Gran Premio di Germania per la quarta volta, raggiungendo un traguardo appartenuto anche a Michael Schumacher. Si tratta di un successo rocambolesco, sorprendente, clamoroso. Abbiamo finito la scorta di aggettivi praticamente. Hamilton scattava dalla 14esima posizione dopo il guasto tecnico occorso in qualifica. A testa bassa si è lanciato in un solido e forsennato ritorno, fino ai 15 giri dall’arrivo, quando Sebastian Vettel, il beniamino di casa che stava dominando la competizione e gestendo un vantaggio importante, ha perso il controllo della sua monoposto e si è schiantato contro le barriere. La Safety Car ha mischiato le carte in tavola ed Hamilton, trovandosi a quel punto in prima posizione, ha concretizzato la chance donatagli dalla sorte, davanti al compagno di scuderia Valtteri Bottas ed un costante Kimi Raikkonen.
La pioggia dietro l’angolo
Alla partenza lo spunto di Seb è stato grandioso, allungando in men che non si dica su Bottas. Raikkonen ha dovuto inizialmente difendersi da Verstappen, ma la SF71H ne aveva di più in accelerazione e velocità massima. Sin dalle prime battute di gara si percepiva come i team serbassero un riverente timore nei confronti delle mutevoli condizioni metereologiche, per cui le strategie erano già preventivamente impostate per l’imminente arrivo della pioggia. Il primo a rientrare ai box è Raikkonen, effettuando un pit-stop così anticipato da obbligarlo teoricamente ad una strategia a due soste. Al giro 26 rientra anche Vettel, seguito poco dopo da Bottas. Il secondo stint si apre allora con Raikkonen davanti a Seb e le Mercedes staccate. Poco dopo Raikkonen deve agevolare il sorpasso al compagno di scuderia, avendo gomme più fresche.
L’errore di Vettel
Al giro 29 Ricciardo è costretto al ritiro per via di un guasto al motore, nonostante la power unit appena sostituita. A tre quarti di gara la pioggia si palesa, ma solo a sprazzi e solo al tornantino. Qualcuno, come Verstappen e Leclerc, azzardano e montano gomme intermedie. Una tattica che non paga per i grossi settori di pista asciutti che letteralmente bruciano gli pneumatici. Hamilton, in controtendenza, monta ultrasoft e, su di un asfalto viscido, fa la differenza arrivando a guadagnare anche 1″ a giro sui piloti che lo precedono. Ma il vantaggio di Vettel su Bottas, che nel frattempo ha passato Raikkonen, è enorme: quasi 9″. Il ferrarista è praticamente lanciato verso un successo agognato e rincorso con dedizione, ma a 15 giri dall’arrivo frena lievemente in ritardo, percorre il cordolo bagnato e vola dritto a muro.
Utter heartbreak for Vettel at his home race ?#GermanGP ?? #F1 pic.twitter.com/bTEgcUKoT7
— Formula 1 (@F1) 22 luglio 2018
Una nuova gara
La direzione gara impone immediatamente la Safety Car. Verstappen, Raikkonen e Bottas ne approfittano per fermarsi e montare gomme fresche, non lo fa Hamilton che aveva pneumatici meno usurati. Alla ripartenza la situazione di gara è praticamente capovolta: sono le Frecce Argento a condurre il plotone. Hamilton non riparte benissimo, Bottas lo attacca e cerca di insidiarlo, ma dal muretto gli impongono di mantenere la posizione. E finisce così: uno scivolone per Vettel, una sorta di rigore sbagliato nello stadio di casa. Se è vero che in situazioni di asfalto misto, bagnato a chiazze, è chi si trova in testa il più esposto a rischio, è anche vero che Seb sta collezionando grandi prestazioni a errori madornali che, forse, potrebbero pesare davvero tanto a fine stagione. Hamilton balza in testa alla classifica iridata, con +17 su Vettel e +47 su Raikkonen.
Ordine di arrivo: Hamilton, Bottas, Raikkonen, Verstappen, Hulkenberg, Grosejean, Perez, Ocon, Ericcson, Hartley, Magnussen, Sainz, Vandoorne, Gasly, Leclerc, Alonso.
AGGIORNAMENTO ORE 19
Hamilton è stato convocato dai commissari di gara per aver tagliato la pit-lane in regime di Safety Car. L’inglese, infatti, al 53° giro si stava recando ai box per montare il nuovo treno di gomme ma, vedendo Raikkonen rimanere in pista, è uscito dalla corsia dei box tagliando la curva sull’erba. Al momento stanno ascoltando la sua versione: potrebbe essere retrocesso in terza o addirittura in quarta posizione a fronte rispettivamente di 5″ o 10″ di penalità. Secondo i commissari il vincitore di Hockenheim avrebbe violato l’Appendice L, Capitolo IV, Articolo 4 (d) del Codice Sportivo Internazionale della FIA, come notificato dal documento 30 dei direttori di gara.