Un Gran Premio significativo: e non perchè la Mercedes ritorna a far ciò a cui ci aveva abituati negli ultimi quattro anni, cioè stravincere, ma perchè potrebbe rappresentare un nuovo, ma antico, corso nella stagione in corso. Quello della monotonia. Ma andiamo con ordine. Lewis Hamilton è tornato a fare il “The Hammer“, rendendosi protagonista della gara perfetta. Oltre il pronostico, Lewis, scattato dalla pole, è partito alla grande ed è ripartito, alla quarta tornata e dopo la Safety Car, anche meglio. Nessuno ha potuto minimamente impensierire la sua leadership, che lo ha condotto a terminare la gara con 18″ di vantaggio sul compagno di scuderia, Valtteri Bottas.
Partenza tribolata
Un Bottas che, per quanto allo start avesse centrato un buono spunto, è stato sorpassato da un brillante Vettel in curva due, bravissimo a condurre la sua monoposto tra le Frecce Argento. Il Ferrarista vien fatto rientrare prima per tentare l’undercut su di un arrembante finlandese. La manovra riesce: nonostante il giro veloce a pista libera di Bottas, i meccanici di Maranello regalano 1″ al tedesco con una sosta meravigliosa, una frazione di tempo sufficiente a conservare la seconda piazza dopo il primo stint. Campanello d’allarme per Maranello per quanto riguarda l’affidabilità: al giro 26 Raikkonen è costretto al ritiro per perdita di potenza al suo propulsore. Venerdì aveva sostituito la power unit, la scuderia in rosso sta al momento indagando.
L’ennesima VSC
Al giro 42, complice l’incidente occorso ad Esteban Ocon in uscita dai box, si entra in regime di Virtual Safety Car. In quel momento Vettel, dopo essersi difeso nei primi giri del secondo stint da un aggressivissimo Bottas, piombato in zona DRS, conservava ben 6″ da quest’ultimo. Al muretto però decidono di richiamarlo dentro, nella speranza di ottenere un “pit-stop gratis” grazie al limite imposto dalla VSC. Ma qui i meccanici pasticciano: perdono quasi 3″ nella manovra e Vettel si ritrova, anziché a 6″ da Bottas ma con gomme fresche, dietro un solido Verstappen, che pure aveva pneumatici nuovi.
Verstappen positivo
Max è un osso duro e nonostante l’ala anteriore danneggiata da un contatto con Stroll, non consente al ferrarista di avvicinarsi in zona DRS, spremendo la sua Red Bull all’inverosimile e rispondendo ai continui settori veloci di Seb, che nella prima parte della pista segnava crono superiori perfino alla Mercedes. Verstappen arriverà con 20″ di vantaggio sul compagno di scuderia Daniel Ricciardo, protagonista del giro veloce con 1’18″844. Da evidenziare anche la grandiosa prestazione di Alonso, bravissimo alla partenza superando Ocon all’esterno in curva 4 e poi ottimo a reggere un buon ritmo per tutta la gara, conclusa all’ottavo posto. Bene anche Charles Leclerc, che ha difeso con caparbietà la sua posizione da Alonso nonostante una vettura meno performante: il monegasco, scattato dalla 14esima piazza, ha tagliato la linea d’arrivo in decima posizione. Ordine di arrivo: Hamilton, Bottas, Verstappen, Vettel, Ricciardo, Magnussen, Sainz, Alonso, Perez, Leclerc.
Galeotta fu la Pirelli
Bufera sulle gomme. Era pronta ad esplodere già nelle fasi precedenti alla partenza, ma un risultato così non era prevedibile. Si sapeva sì, per tradizione, mentalità, lavoro, che il Montmelò fosse un tempio Mercedes, ma impossibile immaginare che il cambiamento apportato dalla Pirelli, riducendo di 0.4mm il battistrada rispetto alla dotazione originaria, potesse dare come esito questa immensa disparità di prestazione. Per quanto sia sbagliato ammettere che il fornitore degli pneumatici abbia esplicitamente favorito la Mercedes, il solo fatto di aver cambiato in svolgimento (appena venerdì, dopo le P1) la morfologia delle gomme ha finito con il penalizzare la Ferrari, unica vettura nel lotto a non accusare problemi di blistering con la vecchia configurazione. A Monaco la riduzione non verrà effettuata, ma è in progetto, stando alle dichiarazioni del responsabile, una riunione per omologare questa modifica a tutti o quasi tutti i circuiti.