Avrà pensato di rivivere un incubo Daniel Ricciardo, quando, dopo il pit-stop, la power unit della sua RB14 ha perso potenza. Il copione era grosso modo lo stesso, precisamente due stagioni fa, qui a Monaco. Ricciardo il più veloce nelle libere, Ricciardo il più veloce in qualifica. Pole e partenza perfetta, ma ai box i meccanici ritardano a posizionare il treno di gomme da montare, si perdono secondi preziosi e un agognato successo sfuma in un secondo posto amarissimo. E invece stavolta Ricciardo è stato più forte di tutto e di tutti, rimanendo lucido nonostante i guai al motore ed un Sebastian Vettel rapace che, approfittando del disguido, gli è piombato in scia.
Non una gara facile
Può sorridere Daniel, con quella curva contagiosa e sbarazzina delle labbra. E può gioire di aver consacrato la sua fibra da campione purosangue, qui, nel tempio dei miti e delle leggende della Formula Uno: con una prestazione magistrale Ricciardo ha fatto suo il Gran Premio di Monte Carlo, sesto round stagionale del tabellino iridato. Durante le prime fasi di gara, attraverso un’ottima partenza e un passo gara emulato soltanto da Vettel, l’australiano batteva la strada di una facile vittoria. Tuttavia al giro 27, poco dopo il completamento del primo ed unico stint di corsa, il meccanismo di recupero d’energia del suo motore ibirido ha iniziato a malfunzionare, constenendo alla Ferrari di Seb di rifarsi sotto nel giro di un paio di settori.
Vettel all’attacco
La pressione di un asso come Vettel non ha impensierito Daniel, che ha risposto con abilità ai continui tentativi del tedesco di braccarlo da vicino. L’intera seconda metà di gara è stata un continuo elastico, caratterizzato da ritmi piuttosto lenti ed un gap tra Ricciardo e Vettel oscillante tra 0″5 e 1″4. Verso i tre quarti di corsa il passo del duo di testa era calato così tanto che perfino Hamilton, precedentemente piombato a +11″ dalla leadership, Raikkonen e Bottas sono riusciti a rientrare, salvo staccarsi alla ripartenza dei due infuriati piloti quando mancavano 8 giri all’arrivo. A gomme pulite, Ricciardo e Vettel si sono dati appuntamento per un ultimo scambio di colpi: al giro 70 Vettel sembrava non averne più, in ritardo di 1″7.
Virtual Safety Car, ancora
Combattendo per l’undicesima posizione, però, Charles Leclerc su Alfa Sauber, che qui a Monaco ci è nato, cresciuto e vissuto, tampona Brandon Hartley su Toro Rosso all’uscita del tunnel, inducendo i commissari a sancire il regime di Virtual Safety Car. Un regime che di fatto ha consegnato e consolidato — ammesso che ce ne fosse bisogno — la vittoria a Daniel Ricciardo, la settima in carriera e la seconda stagionale. Ordine di arrivo: Ricciardo, Vettel, Hamilton, Raikkonen, Bottas, Ocon, Gasly, Hulkenberg, Verstappen, Sainz, Ericcson, Perez, Magnussen, Vandoorne, Grosejean, Sirotkin, Stroll, Leclerc, Hartley.