La 71esima vittoria in carriera, la nona in stagione, la sesta nelle ultime sette gare: questi i numeri (mostruosi) dello stato di grazia, altrettanto mostruoso, di Lewis Hamilton. A Suzuka il fenomeno inglese è intangibile. Fugge alla partenza e gestisce, conducendo il Gran Premio dal semaforo verde alla bandiera a scacchi, seguito da un Valtteri Bottas tutto sommato in palla fino agli ultimi tre giri. La doppietta Mercedes viene valorizzata da un gran lavoro di Max Verstappen, a chiudere il podio, aggressivo fin dai primi metri e sensazionale a resistere al passo gara delle Frecce Argento. Tracollano invece le Ferrari: Sebastian Vettel chiude sesto dopo un brutto contatto proprio con Verstappen mentre Kimi Raikkonen raccoglie un anonimo quinto posto.
L’ennesimo errore
Seb è scattato alla grande. Partito dalla nona casella in schieramento, in fondo al rettilineo era già sesto negli scarichi di Grosejean, di cui poi si è sbarazzato nel settore centrale. Il ferrarista ha quindi infilato Raikkonen dopo che questo era stato rallentato da un urto con Verstappen, il quale rientrando da un fuoripista ha incautamente impegnato la carreggiata. Per questa manovra l’olandese della Red Bull è stato sanzionato con 5″ di penalità, da scontare alla prima sosta. Al secondo giro la corsa viene attraversata dalla Safety Car, richiamata per via di alcuni detriti in pista appartenenti a Magnussen. In regime narcotizzato le Mercedes sono in testa, seguite da Verstappen e Vettel. Il tedesco avrebbe potuto attendere la sosta per sfruttare la sanzione al diretto rivale, ma alla ripartenza si fa ingolosire dalla trazione della sua SF71H: allo spoon tenta un rischioso sorpasso, Verstappen non lo vede e gli chiude la porta, lo scontro è inevitabile. La monoposto numero 5 va in testacoda e rientra in 19esima posizione. Blackout Ferrari.
Super Ricciardo
Il fondo della vettura di Seb è danneggiato, ma la sua gara può continuare senza neppure fermarsi ai box. Il ferrarista si lancia in una rimonta disperata e amara, ma il margine del plotone di testa è troppo ampio ed il massimo risultato è un sesto posto. Davanti le Frecce Argento fanno gara a sé. Senza strappi né acuti costruiscono e gestiscono un vantaggio mai superiore ai 7″ su Verstappen. Raikkonen, anche lui alla guida di una monoposto non integra, è il primo pilota della top five a fermarsi e a scommettere sulle gomme di mescola medium. Se i segnali dei primi giri sono positivi, il passo del finlandese scema a poco a poco, fino a perdere posizione su un arrembante Daniel Ricciardo. L’australiano è partito dalla 15esima posizione e, grazie a un connubio di tattica e velocità, è arrivato ai piedi del podio. Sul finire Verstappen ha ingaggiato un incontro ravvicinato con Bottas, mettendo piede perfino in DRS zone ma senza poter affondare il colpo.
Il quinto di Hamilton
A quattro gare dal termine adesso Hamilton ha 67 punti di vantaggio su Vettel. La sensazione è quella di un mondiale che fosse già deciso anche prima di questo GP ma che Ferrari avesse ridotto di molto il gap con i rivali rispetto alle prestazioni viste in qualifica. Non è un caso che all’ultima tornata Seb, quasi per dispetto, sia stato in grado con una monoposto non al 100% di centrare il giro veloce sottraendo ad Hamilton quello che sarebbe stato un Grand Chelem: pole, vittoria, giro veloce e leadership della gara dal primo all’ultimo giro.
RACE CLASSIFICATION (LAP 53/53)
Another 1-2 for Mercedes, despite Verstappen pushing to the line ?#JapaneseGP ?? #F1 pic.twitter.com/SsYs1yNWvY
— Formula 1 (@F1) 7 ottobre 2018