S’infrange nel Sol Levante il sogno iridato di Sebastian Vettel e della scuderia di Maranello, già nelle prime fasi del Gran Premio del Giappone. Sul circuito di Suzuka la sua Ferrari ha avuto dei grossi problemi in partenza, perdendo posizioni dalla prima curva fino al ritiro ufficiale al giro tre. Stando a quanto dichiarato dall’ingegner Antonini ai microfoni di Sky, il team era a conoscenza di un guasto alla candela ed ha cercato di operare tempestivamente prima della partenza. Purtroppo, però, i meccanici non sono riusciti a risolvere la situazione, condannando il quattro volte campione del mondo al ritiro. Nelle ultime tre gare Vettel ha raccolto solamente dodici punti: non è, questo, un ritmo di una monoposto che può ambire all’iride.
Mondiale ipotecato
Nel giorno più nero di Seb, il successo più bello di Lewis Hamilton. Con abilità l’inglese è riuscito a tenere a bada gli assalti delle RedBull – soprattutto di Verstappen – agevolato da una tattica dal muretto calzante e precisa, che gli ha permesso di guadagnare un buon gap nelle fasi centrali della corsa. Dietro di lui, nelle posizioni che contano, poche bagarre: Hamilton trionfa e a quattro gare dal termine si porta a +59 da Vettel. Le sue mani sono solidamente sul terzo campionato del mondo in carriera. L’ordine di arrivo, comunque, è stato il seguente: Hamilton, Verstappen, Ricciardo, Bottas, Raikkonen, Ocon, Perez, Magnussen, Grosejean.
L’amaro in bocca
“Già nel giro di formazione non avevo la normale potenza, poi è stato così anche in partenza e nei primi giri” il commento del grande sconfitto di giornata Vettel a caldo, che poi aggiunge: “Ho provato a resettare ma non ci sono riuscito. C’era un problema di accensione, abbiamo provato a stare lì ma purtroppo non era la nostra giornata“. E a chi tira in ballo la rincorsa mondiale, ribatte pronto: “Non bisogna essere un genio in matematica per capirlo. Ora dobbiamo solo tornare a casa e riposarci. Sono state settimane difficili, il team è stanco, tutti sono stanchi e dobbiamo riposarci. Abbiamo il pacchetto per fare bene nelle ultime quattro gare e dobbiamo concentrarci su quello“.
La difesa di Arrivabene
Addio, quindi, ai sogni di gloria per il tedesco. Al termine della corsa ha detto la sua anche il team principal Maurizio Arrivabene, che ha preso le difese del suo team: “Le giornate non complicate debbo ancora vederl.  Il problema è stato identificato e si è tratta di una candela rotta. La macchina al di là dei componenti che ci hanno lasciato a piedi, è buona. La squadra è giovane, dobbiamo stringere i denti ed andare avanti. I punti di distacco sono molti ma bisogna anche essere umili e dire che dove a noi sono mancate delle cose ed alla Mercedes no. Ci hanno penalizzato dei componenti che nulla hanno a che fare con il nostro progetto. Si riparte, girando pagina e tornando ad Austin, decisi a giocarcela”.