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Il figlio di James Hunt racconta di quella maratona di sesso del padre con 35 hostess

Il figlio di James Hunt racconta di quella maratona di sesso del padre con 35 hostess

A quasi 25 anni dalla sua scomparsa, James Hunt rimane ancora un idolo e una delle personalità più chiacchierate della Formula 1. A ripercorrere alcune vicende della sua vita in pista e fuori è suo figlio Freddie in un’intervista di un po’ di mesi fa.

Un successo particolare

Nonostante l’unico titolo in carriera, quello del mondiale del 1976, James Hunt rimane comunque uno dei protagonisti indiscussi della storia della Formula 1 di tutti i tempi. Avversario di Niki Lauda e idolo dei tifosi non tanto meno di quest’ultimo, “The Shunt” faceva impazzire i suoi fan non tanto per le sue spiccate doti di guida, ma per il suo carattere ribelle e donnaiolo che mostrava al di fuori del circuito agonistico e non solo.

Colui che veniva spesso definito come un genio libertino, un pilota amante della bella vita, un lussurioso, era per certi versi l’archetipo del ragazzaccio di quegli anni. E riguardo a un sex symbol del genere, di storie i giornali ne hanno passate in rassegna davvero tante, ma chi più di un figlio può sapere cosa c’era “sotto il casco” di James Hunt?

Il figlio di James Hunt racconta di quella maratona di sesso del padre con 35 hostess
Credits: Caranddriver.com

Una maratona “da schianto”

Come anticipato nelle premesse, oltre un anno fa, sul finire dell’autunno del 2016, Freddie Hunt in un’intervista raccontava ai microfoni della stampa un “fattaccio” che vedeva suo padre protagonista. Questo è quanto James Hunt, soprannominato non a caso “Lo schianto”, fece in un albergo della capitale giapponese: “Mio padre nel 1976 ha fatto una vera e propria maratona di sesso con 35 hostess nell’hotel Hilton di Tokyo, il giorno dopo dovevano imbarcarsi in aereo ed erano distrutte. Sono sicuro che mio padre abbia avuto centinaia, anzi migliaia di donne; era davvero un bel ragazzo e si è goduto la vita“.

Ora, discutere a tanti anni di distanza se una circostanza del genere sia vera o meno è inutile, si capisce. Tuttavia, considerando la personalità ribelle e tutt’altro che consona a un atleta del suo calibro, non è affatto improbabile credere alle parole di Freddie, il figlio, non dimentichiamocelo, di un campione del mondo di Formula 1 nonostante tutto.