Il Gran Premio del Giappone di Formula 1 è a rischio secondo quanto ha dichiarato Yamashita, il presidente dell’azienda che si occupa dell’apparato giapponese. A causa di una mancata intesa per il rinnovo del contratto la prossima stagione 2019 potrebbe non presentare più lo storico circuito di Suzuka nell’elenco delle piste su cui i piloti si sono dati battaglia da decenni.
GP del Giappone e le problematiche contrattuali
Considerando che già dagli anni ’70 il Gran Premio del Giappone entrava a far parte delle gare della Formula 1, sul fatto che sia ormai un appuntamento storico non ci sono dubbi. Ciò nonostante, secondo quanto ha rivelato Yamashita, il presidente dell’azienda di nome Mobility Land che gestisce il circuito e l’organizzazione del GP, potrebbe non entrare più a far parte del calendario a partire dalla prossima stagione.
Le motivazioni sono varie e, fra quelle da lui esplicitate è doveroso considerare che sussistono problemi contrattuali: “Ci sono parecchie variabili e condizioni da porre sotto esame, non è soltanto una questione di prezzo. Al momento c’è ancora un divario considerevole fra le nostre proposte e le richieste per mantenere il GP sostenibile ma – aggiunge Yamashita – speriamo di poter riuscire a raggiungere un accordo e rinnovare il contratto”.
Un pezzo di storia a rischio
Le ragioni che stanno dietro a quelle problematiche rese note dal presidente di Mobility Land Yamashita sono piuttosto chiare. Perdere tuttavia un circuito come Suzuka dal catalogo di appuntamenti della Formula 1 è sicuramente un gran peccato. Palcoscenico di celebri sfide, di sorpassi e di vittorie come quelle del 2000 e del 2003 quando Michael Schumacher conquistò due titoli mondiali, è a tutti gli effetti un pezzo di storia a rischio di esclusione.
Ciò nonostante la realtà attuale è un’altra. Basti considerare la riduzione di pubblico che negli ultimi tempi ha toccato appena le 68 mila presenze a differenza delle 100 mila di qualche tempo fa. E proprio in proposito Yamashita si è soffermato spiegando che “La presenza di pubblico è uno dei fattori determinanti dal momento che non sarebbe possibile ospitare ancora la Formula 1 se tale contrazione non dovesse cessare”.