Ancora lui: abile e fortunato, veloce e costante. Lewis Hamilton solidifica la sua leadership nella classifica piloti vincendo per la sesta volta il Gran Premio d’Ungheria: si tratta di un successo costruito nelle rocambolesche qualifiche del sabato quando le Mercedes, tecnicamente in ritardo rispetto alle Ferrari, hanno saputo meglio sfruttare l’improvviso temporale riversatosi sulla pista mettendo a segno una prima fila preziosissima. Hamilton e Bottas, primo e secondo, alla partenza non sbagliano, ma dietro le Ferrari scalpitano ed hanno i numeri per far bene. Un doppio errore dei meccanici ai pit-stop e l’audacia “da scudiero” di Valtteri Bottas hanno però neutralizzato i concreti sogni di gloria; Vettel e Raikkonen devono accontentarsi di un agrodolce secondo e terzo posto.
Partenza facile per le Mercedes
Allo start le Frecce Argento sono pronte e incalzanti. Seb e Kimi possono solo mettersi in scia, con la monoposto numero 5 che guadagna una piazza e si mette a caccia di Bottas. Sin da subito Raikkonen accusa un malfunzionamento al sistema idrico: gareggierà per tutta la corsa — 60° sull’asfalto — senza acqua. Hamilton guadagna subito un discreto margine, a scombussolare le carte in tavola ci pensa il muretto Ferrari. Raikkonen viene chiamato ai box al giro 15, approntando una palese strategia a due soste mentre Vettel, partito con mescole dure rispetto agli altri top drivers, fatica nelle prime battute di gara ma poi rinviene in grande spolvero. Giro dopo giro, il tedesco accorcia le distanze con Hamilton e si porta virtualmente davanti a Bottas, che si è fermato per coprire l’attacco di Raikkonen e non sembra avere feeling con le nuove gomme.
Il secondo stint
Si ferma anche Hamilton e Vettel passa in testa. Il ferrarista continua a guadagnare e minaccia seriamente la prima posizione Mercedes. Complice il degrado degli pneumatici ed un trenino di doppiati non propriamente in posizione ideale, Seb perde qualche secondo e attorno al giro 40 effettua il pit-stop. Qui la Ferrari deve dire addio alla possibilità di vincere: dopo aver già esitato nella sosta a Raikkonen, i meccanici del Cavallino Rampantecommettono un errore nel montaggio delle gomme, facendo perdere 2″ fatidici secondi a Vettel. Rientrando in corsa si ritrova di poco dietro Bottas, che improvvisamente velocizza il suo ritmo e si lancia in una azione di disturbo. Per quanto più performante, dietro Vettel fa fatica a passarlo: rimanere troppo in scia, inoltre, favorisce l’usura delle gomme.
Il sacrificio di Bottas
Con Bottas a far da tappo Hamilton prende il largo, arrivando ad avere un vantaggio superiore ai 20″. Ma dietro Vettel s’incodano prima uno strabiliante Raikkonen, poi un ancora più brillante Ricciardo, partito dodicesimo, trovatosi quindicesimo per un contatto in partenza e infine fautore di una bellissima rimonta. Dal muretto Mercedes praticamente hanno deciso di sacrificare Bottas per lanciare Hamilton, evitando di effettuare un secondo pit-stop con il finlandese (di cui effettivamente abbisognava): ma Seb non riesce a superarlo. Non appena si avvicina Valtteri fugge. Il muretto Ferrari in quel momento è in crisi, Raikkonen sembra averne anche di più di Vettel e mancano solo 5 giri alla conclusione.
“Dramma” sfiorato
Ai -3, però, ci pensa il solito istinto di Vettel. Tenta in staccata di passare all’esterno per poi incrociare la traiettoria e prendersi la posizione con classe e decisione. Ma Bottas non molla e, a kamikaze, stacca lungo, colpendo la ruota posteriore sinistra di Vettel con la sua monoposto. Fortunatamente il contatto non è lesivo se non per Valtteri, il quale finisce lungo e agevola anche il sorpasso di Raikkonen che si prende la terza posizione. Il giro successivo Bottas sbaglia ancora, colpendo la fiancata destra di Ricciardo e mandandolo in ghiaia. L’australiano però si rimette in carreggiata e si lancia a caccia del rivale, superandolo all’ultimo giro.
The pivotal moment in the fight for the podium ?#HungarianGP ?? #F1 pic.twitter.com/cmwdi1enwf
— Formula 1 (@F1) 29 luglio 2018
Ordine di arrivo
Da segnalare il ritiro di Leclerc al giro uno per un guasto tecnico e il KO di due motori Renault: quello di Max Verstappen su Red Bull e quello di Stoffel Vandoorne su McLaren. Ordine di arrivo: Hamilton, Vettel, Raikkonen, Ricciardo, Bottas, Gasly, Magnussen, Alonso, Sainz, Grosejean, Hartley, Hulkenberg, Ocon, Perez, Ericcson, Sirotkin, Stroll. In classifica piloti adesso Hamilton è a +24 da Vettel, in classifica costruttori la Mercedes è a +10 da Ferrari.