Non è ancora finita la vicenda giudiziaria che ha travolto il campione motociclistico, Max Biaggi. L’ex pilota rischierebbe un anno per residenza fittizia ed evasione fiscale. Secondo quanto sostenuto dal pm, Giuseppe Olivo, il Corsaro avrebbe trasferito la sua residenza in territorio monegasco per potersi “sottrarre al pagamento delle imposte sui redditi“, una residenza protrattasi fino a fine 2012. Al riguardo, Biaggi non ha rilasciato ancora alcuna dichiarazione.
Processo a Biaggi: chiesto 1 anno di reclusione
Proprio a pochi giorni dalla presentazione ufficiale del Max Racing Team, come un fulmine a ciel sereno, arriva la richiesta di un anno di reclusione per Max Biaggi. L’ex pilota, che ha lasciato le gare dopo un grave incidente a Latina nel 2017, sarebbe accusato di falsa residenza ed evasione fiscale per 18 milioni di euro. L’accusa non è certo cosa nuova e una parte delle contestazioni è caduta in prescrizione. Nonostante ciò, l’accusa avanza la proposta di condanna a 1 anno di prigione con riferimento agli anni 2011-2012, quando furono la Biaggi Racing e la Vuzela International Sul a occuparsi dell’immagine del pilota romano.
La difesa di Max Biaggi
Biaggi ha sempre negato qualunque accusa. Anzi, tempo fa Libero aveva pubblicato alcune sue dichiarazioni, in cui il pilota spiegava: “La mia è stata una scelta di vita. Lì vivono i miei figli con la madre (l’ex Eleonora Pedron, Ndr) lì ci sono le mie moto, lì ci sono i miei amici, il mio ristorante, la mia palestra. A Roma vado solo quando serve e quando è necessario ma nella capitale non ho alcuna proprietà, neppure un immobile. I miei genitori si spostano per venirmi a trovare. Difficile che io passi per Roma solo per fare un saluto (…) Qualche anno fa mi sono presentato negli uffici romani di Equitalia per essere ricevuto dal direttore e capire se ci potevano essere gli estremi per un accordo. Ricordo soprattutto che in quella occasione portai i contratti in originale stipulati con le società negli anni oggetto di contenzioso tributario e dimostrai che degli oltre 17 milioni di euro che non avrei pagato in tasse, almeno 12 erano letteralmente inventati dal nulla. I miei importi oscillavano intorno ai 3-4 milioni di euro, quindi la cifra a me contestata non stava in piedi assolutamente“.
A sua difesa, si era schierato anche l’ex pilota di F1 e amico del Corsaro, Giancarlo Fisichella.