Hayden, arriva la sentenza: automobilista condannato a un anno

Hayden, arriva la sentenza: automobilista condannato a un anno

A poco più di un anno dal terribile incidente avvenuto nei pressi di Rimini in cui ha perso la vita Nicky Hayden, investito da un’auto mentre si stava allenando in bicicletta, è stata pronunciata oggi la sentenza di primo grado ai danni del ragazzo che si trovava al volante. L’automobilista 31enne è stato condannato a un anno con la condizionale. Decisa anche la sospensione della patente e il pagamento delle spese processuali.

Una sentenza attesa da un anno

È stata pronunciata oggi presso il Tribunale di Rimini dal giudice Vinicio Cantarini la sentenza ai danni dell’automobilista 31enne, residente a Morciano di Romagna, che lo scorso 17 maggio aveva investito nei pressi di Rimini Nicky Hayden. Il pilota, che si stava allenando in bicicletta, si è spento poi dopo cinque giorni di agonia.

Il giovane è stato condannato a un anno di carcere (pena sospesa), decisione non del tutto discordante dalla richiesta avanzata dal pubblico ministero Paolo Gengarelli che aveva proposto una pena a un anno e due mesi con il riconoscimento di tutte le attenuanti. Nel corso dell’arringa, infatti, non aveva avuto alcun timore a parlare di “due vittime” coinvolte in questa triste vicenda. La condanna arriva con la condizionale, ovvero l’uomo non andrà in prigione. In caso di condanna inferiore ai due anni infatti, la pena viene sospesa per cinque anni. Le motivazioni della sentenza emergeranno tra novanta giorni ma gli avvocati dell’automobilista hanno già dichiarato di voler ricorrere in Appello.

L’incrocio in cui è avvenuto l’impatto

L’automobilista, che ha optato per il rito abbreviato (formula che garantisce uno sconto di un terzo della pena), non ha voluto essere presente in aula.

La ricostruzione dei periti

Per arrivare alla sentenza pronunciata oggi la giuria ha preso in esame il lavoro svolto da tre periti: l’ingegner Francesco Del Cesca, a supporto dei familiari di Hayden; il perito industriale Orlando Omicini, ex agente della polizia Stradale ed esperto nella ricostruzione dei sinistri, per la Procura di Rimini; l’ingegnere Alfonso Micucci, docente all’Università di Bologna, voluto dalla difesa.

I rilievi subito dopo l’incidente (Foto: Migliorini)

La documentazione presa in esame ha permesso di ricostruire quanto accaduto in quella tragica giornata. L’automobilista procedeva da via Tavoleto verso il mare a una velocità di poco superiore ai 70 km/h, in un tratto in cui il limite è pari a 50 km/h. Hayden venne invece investito dalla vettura, uscendo dall’incrocio tra via Ca’ Fabbri e la via Tavoleto senza avere rispettato il segnale di stop. Al centauro sarebbe quindi stato attribuito un concorso di colpa del 30%. Il perito del pubblico ministero era arrivato ad avanzare un’ipotesi shock: “Se l’auto avesse rispettato i limiti di 50 chilometri orari sia reagendo e frenando, sia continuando a velocità costante, l’incidente sarebbe stato interamente evitato“. Lo statunitense non avrebbe quindi perso la vita.

 

Foto immagine in evidenza: Motori – Fanoage