Il Gran Premio di Austin ha posto fine quest’anno alla leadership di Marc Marquez, che era finora sempre risultato vittorioso negli Stati Uniti. A sorpresa, a salire sul gradino più alto del podio è stato Alex Rins, spagnolo della Suzuki considerato da diversi addetti ai lavori una delle nuove leve nel mondo delle sue ruote. Il pilota al termine della gara ha raccontato di avere da sempre un idolo a cui si ispira, Valentino Rossi, anche se il pesarese inizia ormai a essere dubbioso su questa teoria raccontata da diversi colleghi.
Un esempio a cui ispirarsi
Ogni sportivo sin da quando inizia a ottenere i primi risultati non può che avere un idolo che può prendere come esempio per cercare di migliorarsi. Il mondo della MotoGp non ne è escluso e sono in tantissimi a fare il nome di Valentino Rossi, ancora oggi a 40 anni ormai compiuti uno dei piloti che non ha smarrito la voglia di vincere.
Ad Austin il numero 46 ha fatto il possibile per lottare per la vittoria fino alla fine, ma a prevalere, complice anche il ritiro di Marc Marquez, è poi stato un pilota a sorpresa: Alex Rins. Lo spagnolo al termine del Gran Premio non aveva nascosto la sua soddisfazione per un risultato che praticamente nessuno aveva previsto: “Io davanti a Valentino, è stato incredibile – ha detto il centauro della Suzuki – Era il mio idolo quando ero ragazzo. All’ultimo giro sapevo che era dietro, lui ha l’esperienza di tanti Mondiali e tante gare in cui ha lottato per la vittoria. Così ho iniziato a spingere forte e a chiudere le curve e questo ha portato al risultato“.
La reazione inaspettata di Valentino
A sorpresa, il “Dottore” inizia a non apprezzare poi così tanto l’idea di essere l’idolo dei suoi colleghi più giovani. Non tanto perché questo può essere la dimostrazione di come lui non sia più giovanissimo, ma soprattutto pensando a quanto questo può condizionare ciò che accade in pista. Anche ad Austin lui ha dato il massimo, ma era praticamente impossibile, come ha sottolineato lui stesso, andare oltre il secondo posto. “Non credo più a questa storia. Di questi giovani che dicono che sono io il loro idolo ne ho già conosciuti. Anzi, sono preoccupato, perché quelli che lo hanno detto alla fine si sono rivelati i peggiori nemici” – ha sottolineato, tra il serio e il faceto, il pilota di Tavullia.
Inevitabile il riferimento a quanto aveva raccontato anni fa Marc Marquez, che aveva sottolineato di apprezzare quando era solo un bambino il numero 46. Una volta diventati avversari, infatti, i due non se le sono certamente mandati a dire.
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