Sono trascorse circa dieci giorni da quel tremendo 21 aprile quando, durante la storica gara di rally Targa Florio, Mauro Amendolia e Giuseppe Laganà hanno perso la vita. Mauro Amendolia era alla guida della sua Mini Cooper con, al suo fianco, la figlia Gemma. Il veicolo sbandò e finì fuori strada portando con sé anche Laganà, commissario di gara 56enne.
Il risveglio dal coma di Gemma
Per Gemma Amendolia le condizioni sono risultate subito critiche poiché lo schianto le aveva provocato un grave trauma cranico e la frattura di un braccio. Ieri però, primo maggio, la giovane appassionata di motori si è risvegliata dal coma. “Ciao, cosa mi è successo?” pare abbia detto come prime parole. Poi, ha mangiato un gelato al cioccolato e un omogeneizzato.
Nonostante i medici non si sbilancino ancora sulla ripresa di Gemma (“Il danno cerebrale non si è esteso ma non possiamo ancora sapere quali saranno i margini di recupero“, ha dichiarato Romano Tetamo, primario della Seconda rianimazione dell’ospedale Civico di Palermo), la ferita più grande per la ragazza potrebbe ancora arrivare. Alcune fonti infatti riportano che la famiglia ha raccontato dell’incidente a Gemma ma ha omesso il decesso del padre a cui era particolarmente legata. Almeno per ora. “I medici ci dicono che deve stare serena e deve riposare. Ci facciamo forza“, ha raccontato la sorella Valentina a La Repubblica di Palermo.