Ci è mancato davvero poco: la favola era lì, a 20 giri dal termine di una avvicente 500 miglia. I 350mila spettatori sarebbero stati testimoni del primo pilota nella storia del motorsport moderno a vincere sia un mondiale di Formula Uno che una Indianapolis; il prodromo illustre è un certo Emerson Fittipaldi. E invece no. Quando gli dei della velocità decidono, il verdetto è insindacabile: e così Fernando Alonso, in quel momento settimo ma con fin troppo concrete chance di vittoria, ha dovuto abbandonare i suoi sogni di gloria.
Una partenza brillante
Lo spagnolo si trovava dietro il terzetto Chilton-Sato-Castroneves alla caccia della testa della corsa quando un problema al propulsore lo ha indotto al ritiro. “Ho sentito il grippaggio del motore. Ho sperimentato solo in gara i giri di ingresso e rientro, ma è stata una bella esperienza, diverente” ha detto il pilota al termine della sua performance, che il pubblico presente ha salutato con una pazzesca ovazione. “L’essere stato in testa alla gara e l’aver potuto combattere per la vittoria è stata una bella sorpresa. Tornare? Se accadrà saprò cosa aspettarmi“.
La vittoria
La vittoria della 101esima edizione della kermesse è comunque andata ad un volto noto della Formula Uno, già da tempo prestatosi alle competizioni a stelle e strisce: parliamo del nipponico Takuma Sato, il quale già nel 2012 era stato ad un passo dal successo, beffato al photofinish dall’esperienza di Dario Franchitti. Il giapponese ha avuto la meglio in una volata a quattro con Castroneves, già tre volte sull’albo d’oro, Ed Jones e Chilton. Medaglia di legno per il titolato Kanaan.
Brutti incidenti
La gara, comunque, era sembrata incerta fin dall’inizio quando il poleman e favorito Dixon al giro 53 entra in contatto con Howard: la sua vettura si trancia di netto dopo che l’altro era finito a muro. La monoposto di Dixon s’impenna clamorosamente e prende il volo, sfiorando Castroneves che praticamente gli passa al di sotto. Paura e terrore, ma nessun problema fisico per il favorito. Bandiera rossa: stop & go. Si riprende ed Alonso è lì a combattere con i denti e con il cuore, attraversando indenne gli innumerevoli incidenti di gara. Nuova bandiera rossa, nuova ripartenza. Lo spagnolo ex ferrarista perde posizioni ma è in grande spolvero e ci sono tutti i segni di una rimonta grandiosa. Prima che il motore della sua Honda, ancora una volta, lo lasci a piedi. Bravo Alonso, bravo Sato, gara splendida. Sesto posto, comunque, per uno che in Formula Uno ci ha fatto “la gavetta”, sgomitando con un signore di nome Schumacher e che questa Indy l’ha già fatta sua per ben due volte: Juan Pablo Montoya.