Sono ben 33 i piloti che sono riusciti a conquistare almeno nella volta in carriera un titolo in Formula Uno, tutti inseriti nella Hall of Fame voluta dal presidente della FIA Jean Todt. C’è chi però è riuscito a lasciare un segno indelebile nel cuore del dirigente: Michael Schumacher. I due hanno condiviso un’esperienza più che positiva alla Ferrari, che ha permesso loro non solo di vincere, ma anche di costruire un ottimo rapporto sul piano umano. Il francese, in occasione dell’evento che si è svolto a Parigi, ha voluto ricordare il tedesco per la voglia di lottare e la sua umiltà.
Determinazione e umltà
Michael Schumacher ha lasciato certamente un segno indelebile nella storia della Formula Uno. Chi ha avuto la possibilità di lavorare fianco a fianco con lui ha apprezzato la sua voglia di migliorarsi costantemente, ma senza essere troppo presuntuoso. Caratteristiche che sono riconosciute anche da Jean Todt, che ha collaborato con lui alla Ferrari: “Ci manca Michael. È lì, sta ancora combattendo. È una persona speciale, lo è per il mondo dei motori, lo è per me, è un vero amico e continua a lottare per riprendersi”.
Non tutti conoscono il lato più “umano” del tedesco. Ma l’attuale presidente della FIA ci tiene a sottolinearlo ricordando un episodio ben preciso: “Stava per iniziare la stagione 2001 e timidamente Michael, nonostante fosse campione del mondo, mi chiese: ‘Mi permettete di effettuare un test a Fiorano per assicurarmi di essere ancora in grado di guidare?’. Era un ragazzo piuttosto timido, perché è un ragazzo timido. Sembra arrogante ma non lo è affatto…”.
Un’assenza che si fa sentire
Sono ormai trascorsi quasi quattro anni dal terribile incidente sugli sci in cui è rimasto coinvolto Schumacher, ma il sostegno degli addetti ai lavori e degli appassionati non è mai mancato. La manager ha voluto sottolineare l’importanza di Schumi per il Circus: “L’assenza di Michael si è davvero sentita. Sono solo una povera sostituta. Sappiamo tutti che Michael dovrebbe essere qui, sono sicura che gli sarebbe piaciuto esserci”.
Non poteva mancare quindi uno dei ricordi più belli di Todt in merito alla loro collaborazione in Ferrari: “Ricordo che nel 2000, dopo 21 anni, la Ferrari è tornata ad essere campione con Michael. Mentre lo stavo accompagnando al podio gli avevo detto: la nostra vita non sarà più la stessa. Chiaramente quel giorno a Suzuka, è stato il momento più forte della mia carriera”.