L’ultimo canto del cigno
Gran Premio d’Europa, 1993. A Donington dominano ancora le Williams in qualifica: Prost in pole, Hill secondo. Senna deve accontentarsi addirittura della quarta casella, dietro un certo Michael Schumacher. Ma c’è un dettaglio significante: piove, piove tantissimo, è un vero e proprio diluvio. Nei primi metri dopo lo start Senna perde posizioni, superato precisamente da Wendlinger e Andretti, suo compagno di scuderia. Alla prima curva, però, si rifà con gli interessi, infilando non solo i due nomi già citati ma anche Schumacher. Scatenato, Senna s’inserisce nella scia di Hill, scavalcandolo a pié pari prima della staccata all’ultima curva con cui doma anche Prost: imperiosa, chiurgica, impossibile. In poche curve, nel primo giro, Senna compie cinque sorpassi e si mette alla testa del GP.
Nelle prime venti tornate succede di tutto, riassunto: torna il sole, la pista si asciuga; ritorna a piovere, poi si asciuga di nuovo. I migliori praticamente entrano ed escono dai box per tre volte. Prost si ritrova davanti, quando la pioggia torna a battere per l’ennesima volta. Le monoposto compiono il quarto pit-stop di giornata, ma Senna preferisce continuare, guidando sul bagnato con gomme slick. È la scelta giusta, perchè l’asfalto si asciuga ancora, guadagnando un abisso nei riguardi dei diretti inseguitori. Arriverà primo, doppiando tutti i piloti in corsa ad eccezione di Damon Hill, secondo, attardato alla fine di quasi un minuto e mezzo.
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