Con il KO delle Ferrari a Singapore, Lewis Hamilton ha messo le mani sul suo quarto titolo iridato confezionando una improbabile vittoria che gli ha conferito 28 punti di vantaggio sul rivale Sebastian Vettel a sei Gran Premi dal termine della stagione. Con una carriera da predestinato alle spalle, 60 successi – di cui 7 ottenuti solamente nell’anno in corso – e 113 podi, Lewis si candida a diventare uno dei piloti più forti della storia. A soli 32 anni, il paragone ovvio è quello con Micheal Schumacher, capace di far suoi ben sette campionati del mondo. Il confronto si è fatto più tangibile quando Hamilton è riuscito ad eguagliare prima e battere poi il record di pole position in carriera che precedentemente apparteneva al Kaiser: se il tedesco si è fermato a quota 68, Lewis è già a 69.
La parola all’interessato
Eppure l’inglese, interpellato in sala stampa dell’evenienza di sfidare Schumi in materia di titoli mondiali, ha subito fuggito ogni forma di paragone: “Sinceramente penso a lavorare facendo un passo alla volta” ha detto più lapidario che mai. “È stata durissima vincere anche solo un titolo in questo campionato, figuratevi quattro, per cui ho le idee abbastanza chiare su ciò che mi aspetta. Come posso pensare di raggiungere Michael? Personalmente non ne ho voglia.” Un’altro record in ballo è quello dei 91 GP: nessuno ha fatto meglio dello storico Ferrarista, a Lewis mancherebbero 31 vittorie. Ad Hamilton servirebbero altre cinque stagioni come questa per colmare il gap.
Pochi programmi, tanto lavoro
“Ogni vittoria che si insegue è eccitante, i record sono lì per essere battuti e qualcuno ogni tanto ci riesce. Se sarò io a farlo, questo non posso dirlo“, ha continuato il rampollo Mercedes, prima di aggiungere con emozione: “Adoro correre più che mai e credo che stia guidando meglio, penso di essere diventato il pilota più completo che potessi e debbo dire che è una grande sensazione. Mi divertono le sfide come queste, i fatti dicono che la nostra auto se la gioca con Ferrari e a volte Red Bull per cui è ottimo se uno di questi team ci supera perché ti stimola ad affinare le tue qualità e a lavorare per migliorare le tue debolezze“. Al termine della prossima stagione il contratto di Hamilton si troverebbe in scadenza, ma è verosimile che il pilota lasci la scuderia che l’ha lanciato nell’Olimpo della F1, sebbene si sia sempre dichiarato – fuori e dentro la pista – innamorato della Ferrari. “Alla fine di ogni stagione pensiamo sempre al futuro, per il momento ho un programma di cinque anni che viene modificato di volta in volta aggiungendone uno“.