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L’Italia ha un nuovo fenomeno, “Pecco” Bagnaia è il nuovo campione del mondo della Moto2

La vittoria iridata di “Pecco” Bagnaia ha un significato che va al di là della (seppur prestigiosa) conquista del titolo. Il titolo iridato conquistato dal giovane pilota italiano è la dimostrazione di come i risultati possano arrivare anche dopo una serie di delusioni e di momenti bui. La tenacia e la consapevolezza di voler arrivare a tutti i costi a questo risultato sono stati il corollario di una stagione esaltante, impreziosita da un dominio tradotto in 8 fantastiche vittorie. Sono lontani ormai gli anni del dominio spagnolo, in cui gli italiani, da sempre i veri fenomeni delle due ruote, erano spariti dalle zone del podio. Il titolo di Bagnaia è il coronamento di un percorso determinato e preciso portato avanti dallo SKY Racing Team e dalla VR46 Academy. La celebre squadra di Valentino Rossi, creata per la Moto3 nel 2013 al fine di promuovere i giovani talenti italiani, ottiene oggi grazie al pilota di Torino, il meritato primo titolo mondiale.

Il successo arriva da lontano: “Ho urlato e pianto negli ultimi giri”

La strada che ha portato al successo e che ora aspetta Bagnaia in MotoGP è stata lunga e tortuosa. Il talento di Torino approdò nel motomondiale nel 2013, quando, proveniente dal campionato spagnolo di velocità debuttò in Moto3 con le più rosee previsioni. Tutto il movimento motociclistico italiano vedeva in Bagnaia un talento cristallino pronto ad esplodere. Tuttavia, le prime due stagioni furono un fallimento per il pilota italiano, che passò di colpo da essere la più grande promessa del panorama italiano alla più grande delusione.

Poi il passaggio in Mahindra e l’approdo nella VR46 Academy, due passaggi fondamentali nella vita professionale di Bagnaia che lo hanno portato a festeggiare a Sepang il primo titolo mondiale: “Negli ultimi giri ho urlato, ho pianto, iniziando a realizzare che dopo la bandiera a scacchi sarei diventato campione, ho immaginato questo momento tante volte, ho pensato a tutto quello che mi ha portato ad essere campione, al 2013 che è stato l’anno più difficile della mia carrieraal Team Aspar che mi ha insegnato tanto, a due anni meravigliosi con il team Sky e la mia squadra che posso chiamare famiglia, ai miei genitori e i loro sacrifici, a mia sorella e perché senza di lei sarebbe stato tutto molto più difficile e mio fratello rimasto a casa per non saltare la scuola“.

La foto di rito con il team (profilo Instagram Francesco Bagnaia)

Bagnaia ringrazia il suo mentore: “Senza l’Academy non sarei qua”

Nell’intervista riportata da Fanpage, Bagnaia ci tiene a ringraziare Valentino Rossi e la sua Academy, essenziali ai fini di questo successo: “Devo ringraziare l’Academy che se non fosse stato per loro probabilmente ora sarei a casa, nel 2013 arrivavo dal CEV dove ero uno dei più forti, ma nel mondiale mi sono ritrovato a essere uno dei più scarsi. Ma quella stagione difficilissima mi ha aiutato, mi ha dato forza, senza il 2013, sarei più debole mentalmente, non sarei qui. E lì è stata fondamentale l’Academy, senza di loro non avrei più corso. Questo titolo lo abbiamo raggiunto tutti insieme, è una vittoria di tutti e devo dire grazie alla squadra, a Sky, a Valentino, alla VR46″.

A Valencia lo aspetta la Ducati

Il processo di crescita culminato con la vittoria iridata verrà consacrato con l’approdo in MotoGP che avverrà già nei test di Valencia del 20-21 novembre, in cui Bagnaia potrà provare la Ducati Pramac: “Bisognerà iniziare da zero, sarà totalmente differente. Ma la Ducati mi ha dato tutto quello che volevo e mi ha voluto a tutti i costi. Ci sarà tanto da imparare, ma sono contento di iniziare una nuova avventura“. La vittoria del campionato è stata ottenuta dominando per tutto l’arco della stagione, 8 vittorie per il piemontese, che ha dimostrato sin da subito di essere il pilota da battere: “La stagione è stata incredibile, assieme a Luca (Marini) siamo cresciuti tanto, lui sarà un avversario tosto per tutti nel 2019. La vittoria più importante è stata la prima in Qatar, perché mi ha dato la consapevolezza di essere forte. E poi quella in Austria, quando sono tornato in testa alla classifica, lì ho capito di poter conquistare il titolo“.