Cambia il numero di ruote dei bolidi che sfrecciano in pista e i protagonisti sono ben altri: lo sfondo, però, rimane lo stesso. Se domenica è stato il turno della Formula Uno, in questo weekend sarà la MotoGP a scaldare i motori nel Sol Levante. Da Suzuka a Motegi, questa la transumanza che gli appassionati del motorsport sono chiamati a compiere al fine di assistere ad uno dei mondiali più incerti ed avvincenti dell’ultimo decennio.
Mondiale: dove eravamo rimasti
Al momento Marc Marquez si trova in testa al tabellino iridato con 16 punti di vantaggio sul ducatista Andrea Dovizioso. A 28 punti dalla testa uno strenuo Maverick Vinales, il quale nonostante non riesca a ripetere il ritmo dell’esorbitante inizio stagione rimane comunque a galla con le unghie e con i denti. Si prospetta, quindi, una bagarre a tre con un quarto incomodo che si chiama Dani Pedrosa o – considerando le previsioni meteo che danno tempo incerto e possibili precipitazioni – il mago del bagnato Danilo Petrucci. C’è da sottolineare che Motegi si tratta della pista di casa della Honda, che ha visto primeggiare per ben tre volte il cabronçito.
“Il mio successo basato sulla costanza”
“Restano solo 4 gare e dovremo dare il 100%, domenica e anche in Australia e Malesia che si corrono nelle domeniche immediatamente successive. Si tratta di corse sempre molto impegnative, in luoghi e condizioni climatiche molto diversi. E in un campionato con avversari tanto vicini, tutto questo renderà la sfida ancora più complicata” ha detto Marquez a tal proposito, intento più che mai a ripetere i successi di Misano ed Aragon. Abituato ormai a battersi e vincere titoli iridati – già cinque nel suo palmares, di cui tre nella classe regina – Marc riconosce la cruciale importanza dei piazzamenti: “Da Montmeló sono sempre salito sul podio a parte Silverstone, questo è stato decisivo. Abbiamo fatto un ottimo lavoro di gestione in tutte le condizioni e questo ci ha dato grande fiducia, evidenziando l’ottimo livello raggiunto ovunque. Qui ho ottimi ricordi perché ci ho vinto il Mondiale due volte, ma ogni anno fa storia a sé. A Motegi le condizioni della pista possono variare pesantemente, trovare l’assetto e il compromesso giusto sarà fondamentale“.