L’ha annunciato poco fa in conferenza stampa a Milano. Marco Melandri, 37 anni ad agosto, ha deciso di ritirarsi dalle gare alla fine di questa stagione, dopo 22 stagioni tra Motomondiale e SBK. Una stagione travagliata, per carità non ancora finita, ma che ha riservato finora numerose delusioni, non ultimo il fine settimana a Donington. Alla vigilia del nono appuntamento di stagione, Melandri ha deciso.
Il ritiro di Melandri: “Tutte le favole hanno una fine”
“Tutte le favole hanno una fine – ha sentenziato il ravennate – Fin da piccolo sognavo di diventare un pilota e la mia è stata una favola. Ostinarsi ad andare avanti, quando la fiamma del fuoco si abbassa, finisce che torni a casa e non apprezzi ciò che fai. Bisogna avere il coraggio di dire basta. Avrei voluto fare un paio di anni ancora con GRT, ma credo che questa sia la scelta vera e giusta. Non riesco a pensare di ripartire il prossimo anno. Nelle ultime stagioni ho sofferto molto, sono dovuto ripartire ogni volta da zero. E questo alla fine mi ha consumato“.
Il punto finale è stato deciso a Donington, uno dei “peggiori fine settimana” come lui stesso l’ha definito: “Il momento in cui ho capito è stato dopo la Thailandia. A Misano, il sabato è stato un momento critico. Ora non riesco più a essere performante e durante quella gara sono arrivato al punto di farmi delle domande. A Donington è stata una grande sofferenza. Ho capito che quello era l’ultimo segnale. Domenica sera ho chiamato Alberto (Vergani, il suo manager) e l’ho avvertito“. Lo stop però non influenzerà in modo negativo l’impegno del pilota: “Sarò più motivato di prima, adesso mi sono liberato di tutti i pensieri che ho avuto negli ultimi tempi”.
Il futuro di Melandri
Dopo aver spiegato le sue motivazioni, il ravennate precisa: “Da molto tempo faccio la stessa vita. Mi sveglio, vado ad allenarmi e comincio a pensare alla gara. Questo comincia a pesarmi. Mi piace fare sport, ma voglio farlo per divertimento, da adesso in poi. C’è gente che lavora una vita per andare in pensione e godersela, io ci arrivo in anticipo per cui mi considero privilegiato“. In molti gli chiedono e si chiedono quindi cosa farà dalla fine in stagione in poi. Lui rimane vago, prevedendo non per forza un impegno sempre con i motori: “In futuro mi piacerebbe restare in moto, non escludo niente. Magari correre in un campionato di contorno, con meno stress. Questo potrebbe piacermi. Oppure fare il collaudatore, aiutare una squadra a risolvere i problemi”.