Waltzer senza fine: Charles Leclerc, Kimi Raikkonen e quell’unico sedile disponibile in casa Ferrari per le stagioni a venire. Un giorno Leclerc è dato per assodato in tuta rossa, quello dopo Kimi sembra vicino al rinnovo, e così più e più volte. Certo le continue indiscrezioni non aiutano a sbrogliare un nodo della matassa che anzi si inspessisce sempre più ma, come era deducibile leggendo tra le righe del GP di Monza, l’annosa questione sembra arrivata ad un punto di svolta. Facciamo però un passo indietro.
L’accordo galeotto con Marchionne
A qualche ora dal GP di Francia più fonti riportavano la fatidica notiza che Leclerc, considerando le buone prestazioni al suo debutto in Formula Uno, avesse sottoscritto un contratto che lo legava a Maranello per il biennio 2019-20, con la clamorosa possibilità di subentrare a Raikkonen già durante la stagione in corso. Di lì in poi, però, Iceman ha alzato l’asticella delle sue prestazioni, abbracciando una continuità di risultati eccellente, ottenendo in sette gare ben quattro terzi posti, due secondi, un giro veloce ed una pole. Questo, unitamente a reiterati “messaggi d’amore” di Vettel e la scomparsa di Sergio Marchionne, vero fautore di quell’accordo, avevano fatto sfumare l’opzione Leclerc e riaffermato definitivamente l’ipotesi rinnovo.
Leclerc, si fa avanti Steiner
Al contempo il talentuoso 20enne monegasco, brillantissimo in avvio di stagione, è incappato in una spirale di risultati opachi, indubbiamente favoriti anche da alcuni problemi tecnici in casa Alfa Sauber. Si è paventata per lui la possibilità di prendere il volante di un Haas per il 2019, rasserenando con buona pace la via del finlandese, di cui il pubblico ferrarista è affezionatissimo, e tranquillizzando tutti coloro che giudicassero precoce il passaggio di Charles ad un top team.
Tre indizi forniscono la prova?
Eppure gli strascichi del Gran Premio d’Italia ci suggeriscono altro. Un vento di parole, indizi, contenuti che riconduce l’ago della bilancia a pendere per Leclerc, nonostante la stima nel paddock rosso per Kimi sia tanta, come dimostrato dalle reazioni della pole position. Anzitutto c’è un contratto che sta tardando in modo anomalo: l’annuncio del rinnovo di Raikkonen è sempre arrivato prima o durante il weekend di Monza. In più c’è la condotta di gara del finlandese. Kimi non ha agevolato il sorpasso di Seb alla partenza ma, anzi, difendendosi strenuamente alla prima staccata ha condizionato in negativo la trazione — e la gara — di Vettel, poi infilato da Hamilton.
Cosa è accaduto davvero
Da qui si diramano ipotesi e speculazioni, tutte probabili. Si potrebbe ad esempio dar credito al rumor che suggerisce come Raikkonen sia stato privatamente avvertito da John Elkann dell’imminente fine del sodalizio: da questo presupposto il campione finnico avrebbe preferito giocarsi tutte le carte per un ultimo, glorioso successo parziale. O addirittura è possibile pensare che Arrivabene in prima persona, a conoscenza dell’impossibilità di rinnovare, avrebbe garantito a Kimi un “via libera” — come ho detto già altrove, elegante forma di TFR — al fine di assicurarselo nel finale di stagione come alleato di Sebastian. Un patto tra gentiluomini, per essere romantici. Ma non è da escludere anche la pista più semplice: in Ferrari stanno ancora valutando se offrire o meno il rinnovo e, per dignità sportiva, a Kimi è stata concessa carta bianca. È una posizione, questa, non scevra di contraddizioni: in altri casi Raikkonen è stato effettivamente “usato” per favorire Seb; perchè stavolta no? Perchè a Monza bisognava vincere per i tifosi o perché, pur lanciando l’ordine di scuderia, Kimi non avrebbe avuto alcun interesse ad eseguirlo? Una cosa è certa: gli interrogativi troveranno risposta con una firma, di Kimi o di Charles. E non è poco per un (quasi) quarantenne, non è poco per un ventenne.
L’indiscrezione notevole
Una storica firma del motorosport come Nestore Morosini sostiene che le disposizioni del briefing di casa Ferrari prevedessero il gioco di scuderia. Raikkonen, come suggerito dagli strateghi di Maranello, doveva farsi sfilare da Vettel, per poi compiere un’azione di disturbo ai danni di Hamilton al fine di ostacolarne la rincorsa. Secondo Morosini il finlandese avrebbe ignorato i suggerimenti del muretto, gettando Vettel in uno stato di frustrazione ancora più confusionaria. “Sebastian ha contestato a Kimi di non averlo fatto passare — ribadisce nello stesso articolo — i miei sussurri mi dicono che per il 2019 la Ferrari ha già deciso di affiancare a Vettel il giovane Charles Leclerc, attualmente alla Sauber. E allora si prospettano due eventi: Raikkonen è venuto a conoscenza del fatto e ha deliberatamente ignorato il risultato del briefing, volendo dimostrare al team di essere ancora un pilota in grado di vincere; oppure Raikkonen non conosce ancora la decisone della Ferrari che prima o poi verrà a galla.” In ogni caso, una pista problematica.