Diciamolo subito: no, la Mercedes non si è portata a casa il titolo piloti — ed eventualmente anche quello costruttori, trovandosi con 50 punti di vantaggio a due gare dal termine — implementando un elemento ambiguo come il chiacchieratissimo “cerchio posteriore forato“. Anche perchè, atti alla mano, la FIA ha dichiarato legale quella soluzione neppure una settimana fa. Teorici del complotto e detrattori dell’ultim’ora vade retro: li vero pasticcio, in questa vicenda, è solo ed unicamente addossabile alla Federazione e non alla scuderia di Brackley. Ma procediamo con calma.
Cosa dice il regolamento
Il regolamento FIA stabilisce che sulle masse non sospese è vietato applicare qualsiasi dispositivo, appendice o soluzione che generi un vantaggio aerodinamico. L’Articolo 3.15 prescrive infatti come “qualsiasi parte specifica della monoposto che influenza la prestazione aerodinamica” debba essere “rigidamente fissata all’intera parte sospesa dell’auto” e debba rimanere “immobile in relazione” alla parte sospesa della macchina. Ruote e pneumatici rientrano nelle categorie di “masse non sospese”, avendo una distanza dal suolo costante.
Il precedente
Nel 2012, per una soluzione simile, la Red Bull fu costretta a cambiare cerchi in quanto si riteneva che l’aria circolante nel mozzo forato energizasse i flussi e garantisse un bonus aerodinamico. Per quanto concerne la Mercedes le cose sono andate diversamente. I mozzi forati sono stati portati nelle libere e nelle qualifiche del Gp di Austin. Prima della gara, però, il direttore della Commissione tecnica di F1 Nicholas Tombazis ha accolto una richiesta di verifica della Ferrari, stabilendo poi che quei mozzi presentassero una “illegalità limitata“: un ossimoro votato a principio dell’area grigia più pericolosa del motorsport, che di fatto ha in seguito sancito la regolarizzazione di quei “buchi”.
Success has come from hard work and sacrifice ?
And not just from the champ himself
As he admits, he owes so much to those closest to him ?#F1 @LewisHamilton pic.twitter.com/JcWKMeaadu
— Formula 1 (@F1) 29 ottobre 2018
Nessun vantaggio aerodinamico
Mentre in Messico la Mercedes provvedeva a tappare i suoi cerchi per evitare ulteriori polemiche, la commissione FIA locale — e quindi priva di ingegneri rilevanti se non dello stesso Tombazis — ha approvato in toto l’utilizzo dei mozzi forati giustificando come questi fornissero un vantaggio aerodinamico risibile ed ininfluente (una legitttimazione e consacrazione di quella “illegalità limitata”). Lo scopo e l’effetto dei mozzi sarebbe unicamente quello di raffreddare gli pneumatici e sedare quel fastidioso surriscaldamento che la Mercedes ha accusato in più occasioni.
Politica e F1
Tirando le somme: la F1 è sempre stata un po’ politica. A stabilire i confini e le ingerenze di questa politica ci pensa tendenzialmente l’organo di supervisione, la FIA. Attorno a questa vicenda la Mercedes ha fatto esattamente ciò che ha fatto la Ferrari con le altrettanto discusse batterie, con la differenza che, qui più che mai, la Federazione Internazionale dell’Automobile non ha tutelato la chiarezza del regolamento e si è espressa con una ambiguità che ne macchia la serietà e la professionalità. Perché parlare di “illegalità limitata”, con tutto il rispetto per tecnici e ingengeri, sembra inesorabilmente una presa per i fondelli. Così come l’assenza di Tombazis a Città del Messico, per acclarare una volta per tutte l’enigma e porre la parola fine a questa infelice storia.