Mick Schumacher, figlio dell’ex indimenticato campione Ferrari, ha compiuto da poco 18 anni, ma ha già mostrato in pista importanti qualità. Il giovane ha un chiaro modello a cui ispirarsi e non potrebbe essere altrimenti: il papà. Sono diverse le scuderie che hanno messo gli occhi su di lui, Ferrari e Mercedes su tutte, ma il debutto in Formula Uno è ancora lontano.
Un talento scritto nel DNA
L’esordio in Formula 3, avvenuto domenica al volante della Prema a Silverstone, non è stato dei migliori (ottavo, sesto e ultimo posto), ma il futuro per Mick Schumacher sembra essere più che roseo. Sono in tanti, Bernie Ecclestone su tutti, a vederlo a breve nel Circus, ma almeno per ora tutto questo sembra essere prematuro.
Il tedesco non intende infatti seguire le orme di colleghi come Lance Stroll e Max Verstappen, arrivati in Formula Uno quando erano poco più che maggiorenni: “Loro hanno scelto di debuttare molto giovani, ma io non sono pronto per farlo. Non sono mai riuscito a conquistare un titolo, quindi è probabile che non abbia la giusta costanza – ha detto alla testata tedesca Handelsblatt –. Per questo da qui a qualche anno spero di poter vincere qualcosa. Nel 2017 correrò nella Formula 3, vedremo cosa sarò in grado di fare. Innanzitutto dovrò imparare cercando di essere davanti nella speciale classifica dedicata ai debuttanti. Oggi voglio solo concentrarmi sul percorso scelto. Devo ancora dimostrare quanto valgo come pilota e progredire”.
Tanto orgoglio ma piedi per terra
Pur avendo compiuto da pochissimo 18 anni, Mick sembra essere davvero molto maturo. Una parte di questo atteggiamento è certamente merito anche della famiglia, che nonostante le difficoltà non lo lascia mai solo. Come capita ad altri figli d’arte, l’attenzione mediatica nei suoi confronti è forte, ma il processo di crescita dovrà avvenire per gradi.
Schumacher jr. sembra avere già le idee chiare sul suo futuro: “Mi lusinga comunque vedere che Ferrari e Mercedes si siano interessate a me perché significa che qualche qualità l’ho dimostrata. Personalmente ci tengo a dare sempre il massimo. Il mio target è competere al top e questo può accadere soltanto in Formula 1. La pressione? Fa parte dello sport ed è meglio abituarsi prima, che poi”.