Sono passati ormai diversi anni dalla fine della carriera motociclistica di Loris Capirossi, ma l’ex pilota non dimentica le tante emozioni vissute in pista. “Capirex” dalle pagine di Repubblica ha quindi voluto ripercorrere alcuni momenti che gli sono rimasti impressi nella mente. Tra questi c’è l’incidente di Marco Simoncelli, che ha perso la vita in Malesia nel 2011. Da allora una sensazione di terrore alberga nell’animo dell’ex Ducatista. Questo e altri ricordi sono raccontati nel suo libro “65. La mia vita senza paura”.
Il ricordo indelebile del Sic
Nonostante la sua breve carriera, Marco Simoncelli è rimasto nel cuore di tutti gli appassionati di moto. Il suo modo di fare scanzonato e il non prendersi troppo sul serio venivano infatti apprezzati da tutti. La tragedia che lo ha colpito ha segnato quindi una tappa da non dimenticare nella storia delle due ruote.
Una sensazione vissuta anche da Loris Capirossi, che allora gareggiava in MotoGp. L’incidente del “Sic” è infatti stato determinante nella sua decisione di chiudere con le corse: “Ad Assen sono finito nella ghiaia. Ho capito che non me la sentivo più di rischiare. Mio padre disse: Dai un taj, dacci un taglio, ma dovevo chiudere la stagione. Ed è arrivata Sepang con la morte di Simoncelli – racconta -. Ho chiesto di correre con il suo numero, il 58, l’ultima gara a Valencia. Ho scoperto una parte di me che non conoscevo: ho avuto paura di correre, di morire. La gara più difficile della mia vita”.
Il primo incontro con Valentino Rossi
Un altro ricordo indelebile di Capirossi riguarda Valentino Rossi, ancora in pista pur non essendo più giovanissimo. L’ex pilota ha conosciuto per la prima volta il “Dottore” quando ancora nessuno era disposto a scommettere sul suo talento: “A Brno feci dormire nel mio camper un biondino: non sapeva dove andare, diceva che ero il suo idolo. Che tenerezza. Al mattino sono uscito per fare il warm up, lui ronfava. Era Valentino, un anno dopo avrebbe esordito in 125″.
In Ducati l’esperienza peggiore
A livello umano la collaborazione che gli ha lasciato i ricordi peggiori è quella in Ducati, dove almeno inizialmente si sentiva orgoglioso di poter essere in sella a una moto italiana: “Mi trattarono come spazzatura, cibo scaduto, ma mi presi una grande rivincita a Motegi. Il tempo ha dimostrato che Stoner era l’unico a saper guidare la 800cc”.
Nonostante il rimpianto per non essere mai riuscito a conquistare il titolo in MotoGp, Capirossi è riuscito a togliersi diverse soddisfazioni: “Sono stato il più giovane di sempre a vincere un Gp e nello stesso anno, ne avevo 17, il titolo“.
Complessivamente, ha corso 328 Gran Premi vincendo 29 gare e salendo sul podio in 99 occasioni. Per tre volte si è laureato campione del mondo.