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MotoGP e scaramanzia: riti e gesti segreti dei piloti

La formula “non ci credo ma lo faccio” vale più che mai quando l’individuo – scaramantico – in questione passa la metà delle sue giornate a scorazzare sulle piste di tutto il mondo a 350 chilometri ed oltre. Certo: si tratta di un gesto atletico e tecnico che richiede preparazione e coraggio, ma sotto i caschi del motomondiale si celano persone in carne ed ossa.

E come tali ogni tanto c’è bisogno di piccole ed irrazionali certezze, gesti che nella loro semplice ricorrenza consentono di esorcizzare il pericolo prima che i motori si accendano.

È un sentimento che attraversa un po’ tutti gli esseri umani, che in questo caso si potrebbe declinare tirando in ballo l’atavica paura di farsi male, sebbene nessun pilota lo ammetterà mai. Il risultato è un mix di sacro e profano in quanto questa ritualità finisce per fondersi con i credi dei singoli campioni.

Vediamo, allora, alcuni riti scaramantici dei piloti del Motomondiale, presenti e passati.

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