In questo momento le gare si giocano a tre, le due Ducati ufficiali e la Honda di Marquez infiammano tutti i circuiti, anche in Austria come a Brno la bagarre è affare riservato. Proprio la bagarre, notoriamente casa di Marc Marquez, è stata oggi invece terreno fertile per Jorge Lorenzo, completamente a suo agio, su una moto incredibile, e i rimpianti aumentano… Il Dovi paga ancora una volta un errore di valutazione, e forse paga anche lo straripante stato di forma del compagno di box. Peccato vedere i due piloti ufficiali Yamaha cosi indietro, alle prese con una frustrante situazione di arretratezza tecnica e morale.
Fenomeno Lorenzo, vince e lancia segnali al futuro compagno di squadra
Se è vero che il Gp d’Austria era il posto ideale per confermare una vittoria Ducati, non era affatto scontato che a vincere fosse Jorge Lorenzo. Ancor di più dopo le prove del venerdì e del sabato, che lo relegavano a papabile spettatore del duello Dovi-Marquez. La rinascita di Jorge Lorenzo si può definire ormai completa, la terza vittoria in stagione è probabilmente la più bella per il maiorchino, soprattutto per il modo in cui è arrivata. Vincere in bagarre è sempre stato il tallone d’achille per il pilota spagnolo, che però alla guida della rossa ha cambiato il suo approccio alle “sportellate”. Il tanto agognato binomio tra la guida fluida delle spagnolo e l’incisività che richiede la moto di Borgo Panigale è stata finalmente raggiunta, ed il risultato è spettacolare. Per arrivare a questo tipo di risultato la guida di Lorenzo si è dovuta sporcare quel tanto che basta per esaltare le doti della moto di Dall’Igna, una moto che guadagna tanti metri in frenata e in accelerazione.
Marquez consolida il primato
Come ogni domenica a infiammare gomme e tifosi ci ha pensato Marc Marquez, arrembante e funambolico come sempre, con una Honda completamente nelle sue mani. Il pilota di Cervera compie una gara simile a Brno, con la differenza che in Austria Marquez ha provato il tutto per tutto per vincere. Il secondo posto è il frutto oltre che dello stato di forma del futuro compagno di squadra, anche di un calo della gomma leggermente peggiore rispetto alla moto italiana. Marquez può comunque sorridere in virtù di un vantaggio in classifica iridata che arriva a 59 punti su uno spento Valentino Rossi e 71 punti sul rivale in questo momento più pericoloso per il campionato, Jorge Lorenzo. Pochi sorrisi in volto per Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci, la futura coppia ufficiale Ducati ha deluso le aspettative (seppur in maniera diversa), Dovizioso reduce dal successo di Brno, arriva terzo al traguardo, essendosi precluso la possibilità di giocarsi la vittoria dopo un “lungo” che lo ha costretto ad un infruttuoso recupero di cui ne ha fatto le spese la gomme posteriore.
Continua la crisi in casa Yamaha
“La mia impressione è che Honda e Ducati abbiano svolto una programmazione all’interno del loro lavoro molto simile ad un team di Formula 1, la Yamaha invece è rimasta indietro“, così aveva parlato Valentino Rossi ai microfoni di Sky Sport dopo le complicate qualifiche del sabato. La Yamaha conferma, anzi risalta i problemi della sua moto sulla pista del Red Bull Ring, tanto da sollecitare le scuse del Project leader Tsuya, che sempre al sabato si era pubblicamente scusato con i suoi piloti: “Chiedo scusa ai nostri piloti e garantisco loro che siamo completamente concentrati per migliorare”. La gara non ha cambiato le carte in tavola, le forti accelerazioni in uscita dalle curve a bassa velocità hanno messo una volta di più la Yamaha in crisi, per un certo periodo di corsa addirittura incapace di sorpassare la sofferente Aprilia.
Valentino Rossi e Maverick Vinales, rispettivamente in sesta e dodicesima posizione sono stati protagonisti di una gara per lunghi tratti paurosamente anonima. Non basta ancora una volta la tenacia del “46”, autore di una delle sue rimonte alle prese con una situazione tecnica di gravità simile a quella trovata al suo approdo in Yamaha nel 2004. A soffrire maggiormente questa crisi è però Maverick Vinales, il giovane pilota spagnolo patisce sempre la prima parte di gara, ma ancor di più patisce una M1 che mai si sarebbe aspettato.
Luce in fondo al tunnel
Sul proprio circuito di casa delude la KTM, con un solo pilota al via, Bradley Smith, positivo nelle prove, in difficoltà sulla distanza di gara. Segnali di risveglio per Aprilia e Suzuki, competitivi per lunghi tratti di gara specialmente con Rins ed Esparagaro. Suzuki dimostra una volta di più di aver messo in pista una moto molto equilibrata, agile nei cambi di direzione e abile nello sfruttare un motore in continua crescita. Migliora anche Aprilia, sorpresa del week-end, su una pista in cui avrebbe dovuto patire eccessivamente la mancanza di cavalli e coppia ai bassi regimi.