Il motomondiale ha ormai chiuso i battenti con gli ultimi test di Jerez, nonostante ciò non si placano i motivi di interesse attorno al Circus. A tener banco in queste ore sono le dichiarazioni pungenti del team manager Honda, Alberto Puig, che ha inoltre elogiato Marc Marquez, ritenendolo ormai il punto di riferimento della MotoGP. Le considerazioni che Puig ha mostrato nei confronti di Valentino Rossi non sono passate inosservate. Carlo Pernat, storico manager italiano, da sempre estimatore del campione di Tavullia, non ha perso occasione per rispondere al collega spagnolo, esaltando ciò che simboleggia Valentino Rossi per la MotoGP.
Carlo Pernat riprende i fatti del 2015: “In quell’occasione Marquez ha perso il 40% dei tifosi”
Marc Marquez e Valentino Rossi rappresentano il volto della MotoGP del passato, del presente e in considerazione della carta d’identità del pilota spagnolo e dell’incessante voglia di correre del pilota Yamaha, anche del futuro. Dal momento dell’approdo di Marquez in Top Class, nel 2013, si è parlato del pilota di Cervera come l’unico in grado di raccogliere l’eredità di Valentino Rossi, sia in virtù di un talento smisurato che può permettergli di eguagliare e superare i numeri del 9 volte campione del mondo, sia per l’attrattiva mediatica che portava con sé.
Dopo i fatti del 2015, però, secondo Carlo Pernat, le cose non stanno più così: “Marquez numero uno? Poteva essere l’erede di Valentino, anche se lui non ha eredi, però si è giocato tutto nel 2015, lì ha perso il 40% dei tifosi. Tutti gli stadi sono colorati di giallo, la gente ama Rossi. Inoltre, avrei voluto vedere Marc e Valentino uno contro l’altro, però alla stessa età“. Le parole che Pernat ha rilasciato al Corriere dello Sport fanno da contraltare all’opinione di Puig, secondo il quale Marc Marquez è ormai il numero 1 indiscusso della MotoGP.
Pernat esalta la mentalità di Rossi: “Valentino merita rispetto”
Le dichiarazioni di Puig suggerivano al pilota Yamaha di farsi da parte, ma anche in questo caso Pernat dissente con il team manager della Honda, esaltando lo spirito competitivo di Rossi, spesso alle prese con piloti di molto più giovani di lui, soprattutto al ranch: “Lui merita rispetto anche perché ha una carta d’identità taroccata. Si allena con i ragazzini tutti i giorni e va forte, lo sa anche lui che a quarant’anni non ha margini di miglioramento eppure non lascia nulla al caso”. Il manager italiano non esclude la possibilità della conquista del famigerato decimo titolo mondiale: “Il decimo titolo è una missione quasi impossibile, Tom Cruise le portava quasi a termine. Magari anche Valentino Rossi ci potrebbe riuscire“.