Di certo l’edizione 2017 della MotoGP non verrà ricordata negli annali come una stagione monotona. Con la sesta vittoria dell’anno di Andrea Dovizioso, oggi piazzata in quel di Sepang, il Ducatista ha tenuto accese le sue speranze iridate vanificatesi dopo il pasticcio – più del reparto tecnico che del pilota – di Philip Island. Dovi ha trionfato su una pista minata dalla pioggia, infilando il compagno di scuderia Jorge Lorenzo a 6 giri dal termine, complice un errore di quest’ultimo. Non sono mancate le speculazioni riguardanti quello che qualcuno ha definito un vero e proprio gioco di squadra, a cui i diretti interessati hanno ribattuto a muso duro.
Dovizioso: “Non ho parlato con Jorge”
“È stata più difficile del previsto, ma erano condizioni diverse dalle prove, con più gomma sull’asfalto” ha commentato il forlivese. “Mi sono preoccupato a un certo punto anche di cadere, ma avevo un buon ritmo e la moto sul bagnato andava benissimo. Io e Jorge abbiamo fatto la differenza e lottato, avevo il tempo per cercare di recuperare la situazione anche contro Zarco che all’inizio è stato molto veloce. Alla fine credo che neanche Jorge abbia voluto fare cose da matto. È stato uno strapotere Ducati“. E in merito agli ordini di scuderia: “Non so di messaggi partiti e ricevuti, ma io non sono un tipo politico che va a chiedere queste cose: sembra strano in questo mondo con spinte di soldi e sponsor, ma forse non è ancora chiaro che tipo di persona io sia. Non abbiamo parlato di queste cose a tavolino, né pianificato alcunché, io ho solo pensato a centrare i 25 punti: alla fine non ci siamo presi grossi rischi quando forse avevamo entrambi carte da giocare“.
La versione del Porfuera
Ai microfoni anche Jorge Lorenzo, protagonista di una gara davvero sensazionale. Perchè se Dovizioso può gioire di un mondiale ancora aperto è merito del Porfuera che oggi ha dato il meglio di sé con una moto praticamente incontrollabile: “In staccata, soprattutto quelle dure, mi pattinava un po’ la ruota ed è lì che Andrea mi ha passato. Ho fatto un errore, ma dopo non ho spinto troppo, ho sempre cercato di stare dietro alla sua ruota e non volevo fare cose stupide: se fossi stato più vicino, a 2 decimi, ci avrei provato, ma ero distante a mezzo secondo e non era il caso di far rischiare ad Andrea un caduta. È andata bene così, è un altro podio. Avrei preferito una gara asciutta, ma ho visto che sul bagnato avevo subito un bel ritmo e sono andato bene: sono progressi che possono andar bene a Valencia, ma anche in futuro“.
Parola al boss Dall’Igna
Non è mancato, infine, il sigillo verbale del general manager di Ducati Corse Luigi Dall’Igna, con la voce rotta dall’emozione per la prima doppietta da quando è al timone del team. Il suo primo pensiero è però volato alla debacle dello scorso weekend: “Davvero un peccato per Phillip Island, una gara storta che è arrivata nel momento meno indicato, ma è bellissimo poter tenere aperto il mondiale fino a Valencia, anche se con questo Marquez sarà durissima, e soprattutto goderci questa doppietta, la prima della mia gestione in Ducati. Abbiamo portato un grandissimo Marquez all’ultima gara, la crescita di Ducati è evidente e robusta, abbiamo portato un altro pezzetto di prestazioni ed è importante per il futuro“. Dall’Igna ha affrontato in prima persona la delicata questione degli ordini di scuderia, fornendo la versione più veritiera e genuina del caso: “In certi casi devi pensare al team e ai ragazzi che lavorano duro a casa per questo: certe scelte anche se dolorose fanno fatte, i piloti sono stati intelligenti. Un grazie anche a Jorge che oggi ha fatto fino in forno la sua parte. Ora andiamo a Valencia con la testa pronta per fare un bel risultato, poi succederà quel che succederà“.