Le continue lamentele e richieste dei piloti Yamaha, costantemente in difficoltà tecnica durante tutta la stagione, hanno indotto la casa madre a costituire l’EMS, (Electronic Managment system), un reparto dedicato allo sviluppo dell’elettronica, da inizio stagione il problema principale per il colosso di Iwata. Il centro di sviluppo sarà guidato da Michele Gadda, ingegnere elettronico di sicuro affidamento proveniente dalla Yamaha Superbike, al quale saranno affiancati altri tecnici che opereranno sotto la sua supervisione.
Lin Jarvis è sicuro: “Gadda è la chiave di questo gruppo”
Il centro sviluppo dell’elettronica servirà a colmare quel gap creatosi nel tempo, soprattutto a causa del software unico Magneti Marelli, che ha allontanato nettamente le prestazioni della Yamaha rispetto alle più accreditate rivali, Honda e Ducati. Il team manager Lin Jarvis è consapevole che il processo di riavvicinamento alla competitività non sarà facile, né breve: “Un uomo da solo non può risolvere questo problema. Richiede molte persone. Abbiamo ingegneri in Giappone e in Europa. Abbiamo avuto abbastanza tempo per rilevare i problemi. Lui è la chiave di questo gruppo“. Queste le parole riportate dalla Gazzetta dello Sport, dalle quali si evince il pieno appoggio che la casa di Iwata ripone nell’EMS, tutto per dare nuovamente a Valentino Rossi e Maverick Vinales la moto per tornare a vincere. La Yamaha è a digiuno da ben 22 gare (l’ultima vittoria risale ad Assen 2017), un tempo decisamente lungo per la storia della casa giapponese e per il talento dei suoi piloti.
La situazione tecnica è chiara
La terza edizione dello Yamaha day al ranch di Valentino chiarisce, una volta di più, come il pesarese rimanga il centro di gravità di Iwata. Il problema che affligge Yamaha, e che Gadda e il suo team dovranno fronteggiare, riguarda l’eccessiva usura delle gomme. La M1 ha nelle sue caratteristiche un alto grado di trazione, effetto di un telaio rigido e ben bilanciato. Tuttavia l’eccessiva trazione spesso induce un surriscaldamento della gomma posteriore, che talvolta si riflette anche all’avantreno. Per ovviare a questi problemi finora il box Yamaha ha dovuto sacrificare cavalli ed accelerazione, mancando quindi di competitività.