MotoGP, Silverstone, Ezpeleta contro i team: “Si doveva correre il giorno dopo”

MotoGP, Silverstone, Ezpeleta contro i team: “Si doveva correre il giorno dopo”

Per ritrovare una cancellazione di un gran premio dal calendario del motomondiale bisogna tornare indietro fino al 1980, in Austria a Salisburgo, quando una bufera di neve rese impossibile la disputa della corsa. Silverstone 2018 assume però tutt’altro significato e prende le sembianze di un flop grande tanto quanto la storia di Silverstone. Storia che esigeva uno svolgimento regolare delle operazioni che non è avvenuto. Se da un lato la decisione di non correre è stata approvata e appoggiata da tutti (o quasi), dall’altro lato della medaglia, è chiaro il concorso di colpe che intercorre tra l’organizzatore del campionato, Dorna, e l’amministrazione del circuito.

Credits: GDS, la direzione gara controlla la pista in evidente difficoltà

A rimetterci è tutto il mondo del motomondiale

Il fattore che stupisce addetti ai lavori e non è che l’asfalto non drenante è stato realizzato a Silverstone, in Inghilterra, notoriamente un paese in cui la pioggia è la normalità. Anche la tempistica è sotto accusa, il nuovo asfalto realizzato a gennaio, è stato visionato a febbraio da Franco Uncini, responsabile della sicurezza, per poi essere stato protagonista del Gran Premio di Formula1. Questi due passaggi sono stati fondamentali per quella che è divenuta poi la cancellazione del gran premio. Stando così i fatti il controllo che Dorna e Uncini hanno svolto a febbraio, è stato presumibilmente un controllo approssimativo, come approssimativo è stato anche l’ascolto dato alle parole di Lewis Hamilton dopo il GP di Silverstone della Formula1, in cui il britannico accusava la presenza di troppi dossi.

I dossi non sono stato l’unico problema del Gran premio e non è stato neanche l’asfalto non drenante a ingigantire le polemiche; Andrea Dovizioso chiarisce a suo modo quali misure andrebbero prese in situazioni del genere, come riporta Motorsport.com: “Il problema è che non c’è una commissione incaricata di verificare come sono stati fatti i lavori, il promoter, in questo caso il circuito, ha ingaggiato un’azienda e ognuna di loro ha il proprio standard, ma è ovvio che se nessuno dei due ha previsto gli effetti della pioggia, avrebbe dovuto farlo qualcun altro”. Ad uscirne sconfitto non è solo il circuito di Silverstone, ma tutta l’organizzazione della MotoGP, dimostratasi in questo caso, poco professionale.

Credits: Motociclismo, Rabat cade anche per colpa della pista eccessivamente bagnata

Ezpeleta tuona contro i team: “La colpa è della ditta che ha messo giù l’asfalto”

Interessanti le parole del CEO della Dorna, Carmelo Ezpeleta, che punta il dito contro i team del motomondiale, rei, di aver messo un veto evitabile sulla possibilità di correre il lunedì dopo la gara. Alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: “Non capisco perché la maggior parte delle squadre non abbia voluto correre, è una soluzione che avevamo iniziato a proporre già dopo la pioggia del warm up e da lì in poi abbiamo avuto continui rinvii. Non ho capito il rifiuto, ma rispetto la decisione delle squadre. In ogni caso preferisco aver cancellato una gara piuttosto che dover rimpiangere un incidente“.  Il numero 1 di Dorna non ha potuto esimersi dall’indicare il colpevole di tutta questa sfortunata faccenda: “La colpa è chiaramente della ditta che ha messo giù il nuovo asfalto. Il circuito è stato semplicemente una vittima di questo fallimento, hanno ordinato un nuovo asfalto e il rifacimento è stato fatto male“. 

La soluzione per far sì che questi spiacevoli inconvenienti non si ripresentino più (grosse perdite economiche in relazione a diritti Tv e spese logistiche per i team), sembra essere chiara: “Dobbiamo valutare se nominare qualcuno per effettuare i controlli quando un circuito viene riasfaltato, avremmo bisogno di un esperto di asfalto in grado di valutare la qualità del lavoro. Non c’è una regola fissa su come dovrebbe essere fatto l’asfalto, nemmeno la Fim ha un regolamento in merito. Esiste solo una norma sulla granularità e l’inclinazione, ma non specifica la quantità di bitume o collante da usare, perché questi valori cambiano per ogni pista”.