La Yamaha è certamente uno dei team che si presenta con il maggiore desiderio di riscatto alla nuova stagione di MotoGp ormai prossima. Le prestazioni di Valentino Rossi e Maverick Viñales sono state infatti le peggiori del team giapponese negli ultimi dieci anni. A sorpresa, però, nei test in Thailandia sembrano essere emersi segnali tutt’altro che rassicuranti. A lanciare l’allarme sono proprio i due piloti, che appaiono decisamente preoccupati.
Il grido di allarme di Valentino
La tre giorni di test di Buriram, la nuova pista thailandese dove farà tappa il Motomondiale, era ritenuta importante per tutti i piloti che sentivano la necessità di provare in prima persona il circuito e verificare le risposte date dalle moto. Il giudizio di Valentino Rossi, uno che in quanto a esperienza ha davvero pochi rivali, non può quindi passare inosservato: “È stato un test complicato, è stato importante provare e rispettare tutto il nostro programma di lavoro: anche se alla fine sono stato abbastanza veloce abbiamo sofferto troppo. Siamo tutti vicini e in tanti vanno forte, ma la verità è che non sai mai cosa può capitare dalla mattina al pomeriggio, figurarsi da un giorno all’altro – ha sottolineato -. Al momento sembra che la più forte sia la Honda, con la Ducati dietro che ha avuto un po’ di su e giù come noi. Bisognerà vedere come andranno le cose in Qatar: qui potevo scendere a 1’30″2, ma è difficile capire dove siamo“.
Nella prossime ore saranno quindi diversi gli aspetti su cui lavorare: “Di certo dobbiamo migliorare – prosegue il “Dottore” – , perché non abbiamo fatto molti progressi rispetto allo scorso anno, specialmente quando si parla di elettronica. È un campo in cui non basta un test: serviranno mesi per trovare la soluzione e fino ad allora siamo appesi al fato…“.
Anche Viñales preoccupato
Poco soddisfatto anche l’altro pilota Yamaha, Maverick Viñales, finito dodicesimo. “È stato un test difficile, credevo in un passo avanti, ma non abbiamo trovato la soluzione dei nostri problemi. Stiamo lavorando, ma è di gran lunga il mio peggior test con la Yamaha: proviamo di tutto, ma non funziona niente. Il problema al momento è soprattutto in frenata, ma dobbiamo migliorare in tutti i settori perché manca qualcosa in ogni area. Dobbiamo continuare a lavorare, cercando di scoprire come migliorare anche se abbiamo solo tre giorni in Qatar rimasti. Vorrei rivivere le sensazioni della prima Yamaha guidata, ben diverse da quelle attuali“.
Un rendimento che stride decisamente soprattutto se paragonato con quello di Johann Zarco, che con la Yamaha Tech3 (e il telaio 2016) si è piazzato al secondo posto.
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