Che Fernando Alonso fosse arrivato nella fase finale della sua carriera con pochi amici nel paddock è una tacita verità che anche un tifoso neofita potrebbe facilmente dedurre. Ma quando ci mette bocca un addetto ai lavori in senso stretto, le cose virano subito sulla strada della polemica. Ci ha pensato Nico Rosberg, campione del mondo di Formula 1 nel 2016, che non ha mai smesso di frequentare il Circus. Rosberg è solito rispondere alle domande dei suoi followers su twitter attraverso l’hastag #asknico. Una di queste gli chiedeva se per la prossima stagione Alonso meriti una monoposto in grado di vincere il campionato.
we all want to see that. but noone wants him because of his team internal politics games #skyf1 #asknico https://t.co/IrrjJpUGm6
— Nico Rosberg (@nico_rosberg) 10 giugno 2018
Galeotto fu quel tweet
La risposta, caustica e decisa, è stata la seguente: “Tutti vorremo vederlo, tuttavia nessuno lo vuole a causa dei suoi giochi politici all’interno del team“. È una dichiarazione che smuove le acque soprattutto per il momento in cui è stata riferita: nell’occorrenza del GP del Canada Alonso ha infatti tagliato quota 300 GP. Un traguardo notevole che lo proietta di diritto nella storia della disciplina, seppure festeggiato nel peggiore dei modi, con un ritiro in corsa per un problema alla power unit. Ecco, il leit-motiv delle più recenti stagioni del pilota di Oviedo è stata proprio una utopica ricerca dell’affidabilità e di una vettura competititiva. Ma in McLaren sembrano averci fatto la ruggine con questa competitività .
McLaren senza più mordente
A poco e nulla sembra servito il cambio di motorizzazione, da Honda a Renault, in cui Fernando e la scuderia di Woking avevano riposto fatidiche speranze. Le prospettive di questo 2018 non erano combattere per il titolo, ma perlomeno impersonare il ruolo di terza o quarta forza, giocarsela con la Red Bull e ambire a qualche Gran Premio. La realtà è stata ben diversa: la monoposto non rende, nonostante Alonso sia un campione ed un esempio di professionalità , che profonde lo stesso impegno e la stessa passione sia che combatta per il primo che per il decimo posto.
Non solo F1
Al termine delle qualifiche del GP di Canada lo stesso Rosberg si era già esposto sul tema: “Non so come faccia a restare in Formula Uno. È uno dei migliori piloti in griglia, ma nonostante gli sforzi non riesce ad andare oltre la quattordicesima posizione in qualifica. Trovare delle motivazioni in queste condizioni è davvero complicato. Temo non riuscirà mai a conquistare il terzo mondiale“. Il prossimo 29 luglio Fernando Alonso compirà 37 anni, giunto alla terza stagione in McLaren dal suo ritorno dopo la parentesi Ferrari. La scorsa annata Fernando ha siglato un rinnovo pluriennale con la scuderia, ma dal 2018 ha già aperto anche un fronte alternativo alla F1: partecipa al mondiale endurance, il FIA WEC, con vettura Toyota. Nel 2017 Alonso si era pure cimentato nella 500 miglia di Indianapolis, risultando il debuttante più veloce e concorrendo attivamente alla lotta per le prime posizioni, prima di venire fermato, anche qui, da un guasto tecnico.
Un futuro complicato
Pare, quindi, alla luce di quanto affermato dallo stesso Alonso negli scorsi giorni, che il suo futuro sia tutt’altro che deciso. E sebbene il contratto lo leghi a McLaren in F1, la carriera del due volte campione del mondo potrebbe prendere una piega diversa, negli Stati Uniti o con un impiego assoluto nel WEC. Perchè come ha sottolineato Rosberg, deve essere frustrante per uno dei piloti più talentuosi e veloci di sempre farsi rincorrere dalle polemiche e sgomitare continuamente per avere una monoposto performante. Ma forse, e qui ci è utile il tweet del finlandese, a livello umano Fernando sta raccogliendo quanto seminato.