Si conclude positivamente per Valentino Rossi, almeno in primo grado, la vicenda giuridica legata al ranch di proprietà del nove campione del mondo situato a Tavullia. Alcuni vicini erano infatti arrivati a fare ricorso al Tar chiedendo la chiusura della struttura. I vicini erano ormai stanchi degli eccessivi rumori che provenivano dalla pista. Nella sentenza emessa dai giudici si sottolinea la regolarità della location: non è stato commesso alcun tipo di illecito.
Il Ranch è salvo
Valentino Rossi può tirare un sospiro di sollievo. Almeno per ora. Il suo ranch, situato a Tavullia e utilizzato per i suoi allenamenti e quelli dei piloti della VR46 Academy, potrà infatti continuare senza alcun problema la sua attività.
Alcune persone, residenti nelle vicinanze della cosiddetta “Biscia” avevano infatti presentato ricorso al Tar per chiederne la chiusura. La causa? Si erano detti stanchi dell’eccessivo rumore e della polvere che si elevava dalla pista.
I giudici hanno però deciso di dare torto ai ricorrenti., Ora resta per loro un’unica speranza a cui aggrapparsi: il Consiglio di Stato. Nella sentenza che è stata notificata, composta da 19 pagine, i ricorsi, secondo quanto riferisce Il Resto del Carlino, sono stati dichiarati “improcedibili, in parte irricevibili ed in parte respinti“.
Non c’è nessuna irregolarità
Il pensiero dei giudici è chiaro: l’attività svolta all’interno della struttura non influisce in modo negativo sulla vita di chi è residente nelle vicinanze. Esclusa anche l’idea di un danno ambientale. “Gli orari di funzionamento dell’impianto non coincidono con le ore dedicate al riposo pomeridiano e notturno delle persone. Lo studio dell’Arpam ha giudicato completo ed approvato lo studio di impatto acustico. In nessuna delle verifiche eseguite dall’Arpam negli ultimi anni il valore limite di emissioni è risultato superato“.
La presenza del ranch, anzi, deve essere considerata positiva anche per la comunità locale. La location può incentivare anche l’economica locale: “Il Comune ha valutato che, in ragione della indiscussa popolarità di cui il concittadino Valentino Rossi gode a livello mondiale, la presenza di un impianto di allenamento del popolare campione e di un contiguo museo a lui dedicato avrebbe potuto costituire un indubbio polo di attrazione per appassionati di tutto il mondo, con conseguenti positive ricadute per il turismo e il commercio. Il fatto – si legge ancora nella sentenza – che poi il Comune abbia anche chiesto ed ottenuto un’ulteriore utilità (ossia che l’impianto possa essere utilizzato anche per iniziative sportive e sociali dedicate a studenti) non è di per sé la ragione fondante della variante“.