Ricordando Marco Simoncelli: 5 cose che non sai di lui

Ricordando Marco Simoncelli: 5 cose che non sai di lui

Mi piacerebbe essere ricordato come uno che quando correva sapeva emozionare“. Diceva così Marco, il sorriso sbarazzino e la voce innocente. La faccia più genuina che il Motociclismo abbia mai visto. E che si è portata via, per sempre, quella maledetta domenica nell’ottobre 2011. Oggi, 20 gennaio, Marco Simoncelli avrebbe dovuto compiere trent’anni. A Coriano, paesino della Romagna in cui è nato e cresciuto, la sua assenza continua a farsi sentire, l’assenza di quel ragazzo dai capelli confusionari che metteva il cuore in tutto ciò che faceva: lo sport, l’amore, il lavoro, la vita. Una fonte di energia inesauribile che si è legata al mondo del motociclismo sin dai primi anni novanta, con le minimoto. SuperSic era un individuo che ha saputo coinvolgere milioni e milioni di persone con la sua proverbiale simpatia, intimamente coerente nei riguardi della vita. Lo vogliamo ricordare così, con 5 aneddoti che lo riguardano da vicino. Tanti auguri Sic!

Innanzitutto: perché era chiamato Sic?

Correva l’anno 2002 e Marco Simoncelli, dopo aver vinto il titolo nazionale ed europeo, approdò al debutto nella classe 125 cc del motomondiale, con una wild card nel team Aprilia CWF. Nel parco piloti figurava Julian Simon, che aveva già esordito a Jerez, il cui acronimo scelto per l’identificazione in griglia era “Sim“. Simoncelli, che debuttò più tardi a Brno, sette gran premi dopo, optò per “Sic” essendo l’abbreviazione Sim già in utilizzo.

Il numero 58 e la prima moto

In molti pensano ingenuamente che il numero con la quale era griffata la livrea di Simoncelli, il 58, fosse un omaggio all’anno di nascita della mamma Rossella. Nulla di tutto questo. Il numero gli fu infatti affibiato d’ufficio nel campionato europeo GP 125; inizialmente aveva scelto il 55, ma anche in questo caso, essendo già occupato, dovette prendersi il 58. Che non lasciò mai. E alla domanda su quale sia stata la sua prima due ruote, Sic rispondeva così: “La mia prima moto era un plasticone colorato ma col motore vero che mi hanno regalato i miei genitori“; una Suzuki 50 minicross con cui scorazzare per Coriano.

 

Il mistero dei suoi capelli

Colpiva, a primo impatto, la sua voluminosa chioma di capelli ricci. Più volte ha ribadito di come fosse difficile infilarsi il casco a causa di quella enorme massa di cuoio capelluto. Eppure, nonostante rumors e voci di corridoio, Sic fu molto chiaro nello spiegare il motivo di quella acconciatura: “La mia scelta di avere i capelli così è perché, quando ce li avevo più corti facevo cagare“.

Il suo mito

Marco Simoncelli era una figura alternativa in tutto. E a parlare dei suoi idoli, diceva così: “Sono cresciuto un po’ con il mito di Gilles Villeneuve, me l’ha trasmesso il mio babbo“. E non solo: “Tenevo anche per il figlio (Jaques Villeneuve, ndr) infatti ero controcorrente, perché in quel periodo in Italia tutti tenevano per Schumacher”.